Scendono in campo le aziende che lavoravano con il t.o.
Nella triste parabola del tour operator si apre adesso la questione legata ai fornitori che vantano crediti per diversi milioni nei confronti dell’azienda
S uccede sempre così: quando si parla di Valtur, nel bene o nel male, gli animi si infiammano. L’ultimo atto nella vicenda del tour operator, che vede i fornitori uniti nell’intento di preservare e soprattutto recuperare un credito maturato quantificato intorno ai venti milioni di euro, ha nuovamente messo in luce la portata anche affettiva che il brand smuove nell’ambito dell’industria turistica italiana.
Sarà che cinquant’anni di storia lasciano il segno e che molti dei nomi noti del turismo italiano hanno a lungo lavorato in Valtur prima di indossare altre maglie (e quando parlano di quel periodo tutti, tra aneddoti e ricordi, hanno gli occhi che brillano).
UN MARCHIO STORICO
Sarà che il brand, nonostante le ultime vicissitudini, è ancora uno dei più noti ai clienti finali. E infatti alla campagna social lanciata dai lavoratori, #siamogentevaltur, hanno aderito anche personaggi del mondo dello spettacolo come Fiorello, Peppe Quintale e Angelo Pintus, che insieme a Checco Zalone e Teo Mammuccari hanno mosso i primi passi della loro carriera proprio nei villaggi Valtur.
Sarà che è la storia di un’azienda italiana che per l’ennesima volta, sotto le insegne della Investindustrial di Andrea Bonomi, ha provato ancora a ripartire e invece ha dovuto cedere le armi nel modo peggiore; e lo ha fatto aprendo la procedura di licenziamento per i dipendenti e lasciando i fornitori a domandarsi se quel credito di 20 milioni di euro lo riavranno mai. E soprattutto svalutando e svuotando un brand sul cui futuro, oggi, regna l’incertezza più assoluta e il timore che possa finire all’asta.
LA SITUAZIONE DEI VILLAGGI
Insomma,Valtur lascia dietro di sé un’eredità materiale fatta di strutture sulle quali la prossima estate sventoleranno altre bandiere: Ostuni, Pila e Marilleva passano infatti a Th Resort, il Tanka Village entra nell’orbita Alpitour attraverso VOlHotels, Garden Resort Toscana riapre sotto le insegne di Life Resorts e sarà commercializzato da Napoleon e Nicolaus, mentre Aeroviaggi punta al villaggio Valtur di Favignana.
Ma si avverte anche un’eredità immateriale, che sarà più difficile da digerire perché va a toccare corde intime.
TUTTI I CAPITOLI ANCORA DA CHIARIRE
I prossimi capitoli della saga Valtur, salvo colpi di scena, probabilmente non saranno piacevoli. Ci sono i circa 1.600 lavoratori, tra assunti a tempo indeterminato e stagionali, che in un modo o nell’altro dovranno affrontare la procedura di licenziamento aperta dal tour operator.
E poi ci sono i fornitori, pronti a dare battaglia: nei giorni scorsi, infatti, si sono riuniti a Milano i rappresentanti delle principali aziende con cui Valtur lavorava, 20 realtà (che, si legge sulla pagina Facebook del gruppo, presto saranno 30) che insieme rappresentano un credito di 20 milioni di euro. L’iniziativa è stata organizzata da Velox Servizi, società che forniva i servizi di pulizia nei principali villaggi del t.o. e ha un conto aperto con l’operatore di quasi 5 milioni di euro. L’obiettivo, ha spiegato il titolare Gianmaria Villa, “è capire quale sia la strada migliore da percorrere per tutelare il nostro credito”.
LE IMPRESE COINVOLTE
Un appello al quale hanno risposto in molti: da Marr, azienda di forniture alimentari e principale creditore di Valtur, alla Scuola di sci Sestriere Via Lattea, da Il Gruppo Digitale, che si occupava di fotografie nei principali villaggi, alla General Beverages e Albert Spa che forniva le posaterie. Ma l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Ora davanti a loro c’è un bivio: accettare il concordato proposto dal t.o. e quindi sperare di riavere almeno il 20 per cento del credito. Oppure, soluzione che sembra la più condivisa tra quanti hanno preso parte al meeting, procedere insieme per vie legali.
Alla riunione, infatti, hanno presenziato, su richiesta delle aziende stesse, anche avvocati e commercialisti in possesso degli ultimi due bilanci depositati da Valtur in Camera di Commercio, per cercare di capire come sia possibile che la storia di uno dei principali tour operator italiani finisca così.
Dubbi, ipotesi, tanta amarezza e delusione: la parabola Valtur non è ancora terminata.