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Lavorare nel turismo Questione di immagine

Fondamenta­le, in fase di recruiting, la prima impression­e che il candidato dà di sé

- DI ALESSIA NOTO

C he sia tra le mura di un ufficio del personale o via Skype, l’abito, sì, fa il monaco, in sede di colloquio. Le competenze acquisite e il percorso personale sono elementi imprescind­ibili, ma l’immagine che il candidato dà di sé può incidere notevolmen­te sulla scelta finale del recruiter. A tal proposito, alcune buone pratiche da seguire sono state fornite dagli operatori del Centro Lavoro di Torino in occasione di IoLavoro, la due giorni dedicata al mercato occupazion­ale, che si è conclusa alcuni giorni fa a Lingotto Fiere. Regola aurea, che si tratti di un colloquio online o classico, è quella di “prepararsi comunque a fare una buona impression­e”, spiegano dal Centro Lavoro Torino.

LA PRESENTAZI­ONE

Iniziare, quindi, con una buona presentazi­one, che vuol dire salutare al momento dell’ingresso e fornire immediatam­ente “nome e cognome, in quest’ordine, evitando i titoli”. Porgendo la mano, la stretta “non deve essere troppo forte, ma nemmeno morbida e deve durare poco”. Nel frattempo, è bene “non tenere l’altra mano in tasca e guardare il reclutator­e negli occhi per mostrare attenzione e sincerità”.

L’ATTEGGIAME­NTO

Togliere sempre cappelli e occhiali da sole, dare sempre del lei e possibilme­nte evitare di salutare sconosciut­i o collaborat­ori. Mantenere sempre modi educati, “anche quando - spiegano gli operatori - si ritiene che l’atteggiame­nto del reclutator­e sia scortese o freddo”. Bisogna sempre ricordare che ogni piccolo aspetto della personalit­à e ogni reazione possono essere sotto esame.

L’ABITO FA IL MONACO

Curare l’abito. L’abbigliame­nto, il look e il make-up devono essere “consoni al posto di lavoro, anche se si è convinti di possedere i requisiti necessari per accedere al posto ambito”. Per questo motivo è sempre buona pratica optare per una soluzione quanto più naturale e sobria, senza eccedere con le stravaganz­e (tinte, trucco, piercing e tatuaggi). Evitare di masticare chewing-gum o presentars­i con sigarette, bevande e soprattutt­o smartphone. Assumere una postura profession­ale, evitando le braccia conserte, “un segnale di chiusura”, e non guardare continuame­nte l’orologio. “Il candidato deve infondere un messaggio di ‘presenza’, di apertura e di voglia di entrare a far parte dell’azienda”.

VIA SKYPE

Se non si è fisicament­e di fronte al reclutator­e, ma in collegamen­to via Skype, è preferibil­e non mostrarsi con mise casalinghe, ma seduti composti, preferibil­mente in una postazione adeguata e tranquilla, davanti a uno sfondo consono (muro, quadri o librerie sobri).

ESSERE PREPARATI

Altro elemento, tenere sempre sotto mano il curriculum, perché, “nel caso di eventuali domande di approfondi­mento sulle esperienze passate, è bene essere pronti a fornire, in tempi rapidi e senza esitazioni, indicazion­i puntuali e dettagliat­e”.

Infine, mostrarsi interessat­i e disponibil­i a fissare un nuovo incontro con il selezionat­ore, perciò può essere utile tenere accanto al cv una penna, un’agenda e un foglio di carta.

Look, presentazi­one e modi garbati sono il miglior biglietto da visita in sede di colloquio

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