Tutte le feste del mondo
Le vacanze di fine anno sono una linea di business interessante per le agenzie che trovano nelle proposte degli operatori molte possibili soluzioni
Con il giro di boa della metà di novembre, inizia nelle agenzie il flusso dei clienti alla ricerca di un viaggio, una proposta o un’esperienza che li tiri fuori dalla domanda ‘esistenziale’ che caratterizza ogni fine d’anno:“Cosa fai a Capodanno?” Si moltiplicano anche, sui banconi delle agenzie, le offerte e le proposte degli operatori per indirizzare i desideri dei clienti verso quella o quell’altra soluzione. Fra le linee che si intravedono all’interno delle programmazioni, risulta evidente come le proposte cerchino di rispondere a una serie sempre più ampia di esigenze, perché i clienti
tendono a rifiutare qualunque massificazione, alla ricerca di una maggiore unicità. Così si trovano proposte che coinvolgono le principali città del mondo per chi desidera una serata di festa da condividere con un gran numero di persone, da New York a Tokyo a Hong Kong, senza dimenticare le piazze italiane e europee. In particolare, una meta che potrebbe essere una rivelazione del capodanno 2019 è Zagabria, che da due anni si aggiudica il titolo di location del migliore mercatino di Natale d’Europa e che promette, in un mix di tradizione e divertimento, di scalare le graduatorie anche come meta per le feste di fine anno.
Ma non mancano soluzioni per chi cerca un fine anno al caldo e guarda a mete mare come i Caraibi o le Maldive, con soluzioni di tour o di vacanze total relax, che uniscono alla spiaggia un ampio ventaglio di proposte benessere. Quella che però sembra segnalarsi come una tendenza a sé stante è l’aumento dei programmi che utilizzano le vacanze di fine anno non come un periodo per festeggiare o calarsi in mezzo a una folla festante, ma per ritrovare se stessi o per spingersi oltre i propri limiti, alla ricerca di avventura e di un’ultima frontiera. Diventano così trendy le soluzioni per il capodanno nei rifugi di montagna, così come quelle che prevedono soggiorni in campi tendati nei deserti o su isole lontane dalla folla e pressoché sconosciute ai flussi turistici tradizionali. Una sfida per gli operatori, che va incontro alle mutate esigenze dei viaggiatori e promette di modificare il concetto di capodanno tracciato dalla tradizione.