Air Italy, operazione futuro
Sfide, difficoltà e ambizioni per la compagnia alla vigilia del secondo anno sotto Qatar Airways
Che non sarebbe stata una passeggiata probabilmente gli autori del nuovo corso di Air Italy ne erano pienamente consapevoli. Il ceo di Qatar Airways Akbar Al Baker aveva condotto l’operazione mettendola in campo con grandi ambizioni e, nel primo anno di vita, i segnali della trasformazione sono stati innumerevoli; così come non è mancata, nel corso dell’anno, una rivoluzione all’interno del management, con l’uscita di scena del cco Andrea Andorno, del direttore vendite Massimo Crippa e del chief strategy and planning Marco Picardi. GLI OBIETTIVI
Nonostante qualche difficoltà, dodici mesi dopo le ambizioni e gli obiettivi non sono cambiati.A ribadirlo nei giorni scorsi il chief operating officer Rossen Dimitrov in un’intervista pubblicata su Affari & Finanza di Repubblica: entro il 2022 la compagnia dovrà far volare 10 milioni di passeggeri all’anno con una flotta rinnovata da 50 aerei, distribuiti tra i Boeing 737 per il corto medio raggio e gli A330-200 per il lungo raggio.
Il primo cardine su cui basare lo sviluppo e la crescita, è stato messo in chiaro da subito, è il lungo raggio da Milano Malpensa, ormai hub conclamato del vettore: dopo le operazioni sugli Stati Uniti (New York e Miami), la Thailanda e l’India (Mumbai e Delhi), per il 2019 la compagnia ha già lanciato 4 nuove destinazioni, ovvero Los Angeles, San Francisco,Toronto e Chicago.
Ma ha anche dovuto fare una brusca frenata: nella stagione estiva non verrà più effettuata la rotta su Bangkok, con la promessa però di tornarci con il prossimo orario invernale. E un’altra promessa ribadita da Dimitrov è che nel futuro anche lo scalo di Roma Fiumicino sarà coinvolto per il lungo raggio e che comunque già quest’anno verranno annunciati ulteriori collegamenti long haul da Milano. IMPREVISTI
Ma il 2019 di Air Italy si è aperto anche con una grana inaspettata, che sta avendo diverse conseguenze. L’ultima assegnazione dei collegamenti in continuità territoriale tra la Sardegna e Linate e Fiumicino, infatti, ha determinato la totale uscita di scena della compagnia di Olbia a favore di Alitalia, che si è portata a casa tutte le rotte.
Una decisione che ha mandato su tutte le furie Air Italy , immediatamente passata al contrattacco anche per mettere a tacere le voci che si sono subito scatenate in merito al colpo di grazia per il disimpegno completo da Olbia e dalla Sardegna.
“La compagnia ha appreso con rammarico i risultati emersi dalla pubblicazione delle offerte economiche - si legge in una nota del vettore -, incluso il fatto che i criteri adottati dal bando per i punteggi assegnati alle offerte non abbiano tenuto in considerazione gli investimenti fatti in Sardegna da Air Italy, relativamente alle persone e alle infrastrutture della base di Olbia”. L’ATTACCO
L’azienda denuncia come, nel nuovo bando, siano stati modificati i criteri sminuendo gli investimenti effettuati a favore delle dimensioni (numero di aerei e accordi commerciali) “ed è di tutta evidenza è il commento della compagnia - che la dimensione di Alitalia e quella di Air Italy siano molto diverse, a tutto danno di quest’ultima”.
Un attacco che viene poi rinforzato, ricordando che Alitalia “è in amministrazione straordinaria e beneficia di un prestito concesso dallo Stato Italiano pari a 900 milioni di euro, senza contare i finanziamenti miliardari versati nelle casse della ex compagnia di bandiera negli ultimi dieci anni”. AVANTI TUTTA
Alti e bassi, dunque, ma la compagnia va avanti e Rossen Dimitrov lo ribadisce a chiare lettere:“Stiamo ridefinendo ciò che significa essere una compagnia aerea italiana.Vogliamo infatti essere un vettore di cui l’Italia e gli italiani possano essere orgogliosi, con attenzione ai dettagli, agli standard elevati e all’eccellenza verso i clienti”. Ora si apre l’anno secondo.