La nuova rotta di Ota
Durante i festeggiamenti per il trentennale sono state annunciate new entry e strategia
Il debutto della teleprenota zione, ulteriori esclusive per il mercato italiano in Sicilia e in Calabria e una rivoluzione nell’approccio alla comunicazione che tra gli effetti più immediati vedrà il restyling del vecchio logo e una nuova volontà di raccontarsi al pubblico degli addetti ai lavori e anche al di fuori. Sono state queste le promesse che Ota Viaggi ha lanciato alla platea di agenzie di viaggi e fornitori riuniti nei giorni scorsi al Marina Resort Garden & Beach di Orosei, in Sardegna.
Un evento voluto per celebrare la storia dell’operatore nato nel 1989 da un’intuizione di Stefano Aprea e poi diventato insieme ai figli Domenico e Mario quella cassaforte del Mare Italia che in trent’anni, lavorando sempre sotto traccia e senza cercare troppo i riflettori, ha organizzato le vacanze di più di 3 milioni di persone. Ma qualcosa, nell’anima del tour operator di Roma, sembra ora essere cambiato.“È il momento di dare valore a quello che è stato costruito in questi anni sul Mare Italia. Ecco perché - ha spiegato lo storico direttore commerciale Massimo Diana - nei prossimi mesi comunicheremo molto di più la nuova immagine e il nostro nuovo spirito. Lavoreremo per essere più presenti sul territorio e lanceremo nuovi progetti perché si possa finalmente capire che dietro Ota ci sono anche un cuore e un’anima”.
BOOKING E PRODOTTO
Sul fronte dell’innovazione tecnologica, la novità più rilevante sarà la teleprenota zione per le agenzie di viaggi, che andrà ad affiancarsi al vecchio modus operandi entro la fine dell’anno. Ma investimenti importanti riguarderanno anche il prodotto, quello, ha riassunto Domenico Aprea,“sano, buono e con le condizioni ideali per l'acquisto da parte del cliente”. E che, ha aggiunto, “poggerà sempre di più sulla collaborazione con partner solidi”.Tre le nuove collaborazioni che consentiranno all’operatore di presidiare meglio il Sud Italia già dalla prossima estate: il Club Torre del Barone a Sciacca, in Sicilia, quattro stelle che nel corso dell’inverno sarà totalmente ristrutturato e del quale l’operatore sarà esclusivista sul mercato italiano.A questo si aggiungeranno poi il Cds Hotel Terrasini-Città del Mare, struttura con 800 camere, anche questa rinnovata a Terrasini, in Sicilia e il Borgo di Fiuzzi Resort & Spa a Praia a Mare, in Calabria.
RECORD MARE ITALIA
“Si tratta di uno sforzo incredibile, che - ha evidenziato Diana - facciamo dopo un 2018 che ci ha visto un po’ sulla difensiva mentre tra gli operatori impazzava la corsa a chi realizzava più acquisizioni. Nonostante venissimo da una stagione entusiasmante, abbiamo invece voluto attendere e ora siamo pronti ad andare all'attacco”. Del resto ha aggiunto, “quando sposiamo una struttura lo facciamo con convinzione. Non con l'intento di spremerla, ma di crescere insieme”. Un esempio? “Dopo il crollo di Thomas Cook, alla proprietà del Torre Barone abbiamo già manifestato la nostra disponibilità ad aumentare il nostro impegno, laddove non riuscisse a riposizionare le camere sul mercato estero”. Quanto ai risultati, il direttore commerciale ha poi assicurato che anche la summer 2019 sarà archiviata con il segno più.“Arriviamo da un decennio di continua crescita e anche quest'anno, nonostante una stagione in salita, chiuderemo toccando i 93 milioni di euro di fatturato, contro i 92 del 2018. Si tratta di un risultato eccezionale, perché ottenuto puntando solo sul Mare Italia e senza le ancore di salvataggio delle altre destinazioni, lavorando a testa bassa e senza mai guardare l’orologio”.
DA PENSIONE A T.O.
Ma come è cominciata la storia di questa azienda i cui titolari hanno sempre mantenuto un basso profilo e di cui a malapena si conoscono i nomi? Tutto inizia alla fine degli anni ‘80 con una piccolissima pensione ad Ischia, Piccolo Paradiso, che la famiglia Aprea gestisce durante l’estate. È lì che il padre Stefano prova a far lavorare i figli: Domenico cuoce le bistecche per gli ospiti sulla minuscola piastra in cucina, e il ‘discolo’ Mario, oggi nel consiglio direttivo di Astoi, temporeggia. Una volta tornati a Roma, l'esigenza di pensare al futuro dei figli si fa, però, più pressante e così per gli Aprea arriva l'acquisto di un’agenzia che in quel momento, siamo agli inizi degli anni ‘90, non naviga in buone acque: la Ota Viaggi. L’anno dopo è la volta dell'acquisizione di un’altra agenzia, la 20th Century Travel e da qui il salto nel mondo del tour operating non si fa attendere. Cominciano i primi investimenti sul Mare Italia, all’inizio Campania e Calabria e poi sulla Sardegna, e i tanti partenariati che, ha ricordato Diana,“venivano stretti nel retro dell'agenzia, in un sottoscala”.