La stagione della sofferenza
Il balneare italiano ha patito la concorrenza di destinazioni più competitive che hanno ripreso la loro forza
Un'estate tutta in salita quella vissuta dal mare Italia. Il Paese, vuoi per il maltempo, vuoi per il ritorno in auge di competitor che fino all'anno scorso erano pressoché usciti dalla mappa del turismo, esce dalla summer con le ossa un po' rotte e con un prodotto mare da ripensare.
“Non è stata una stagione facile sia per il maltempo di maggio, sia per il ritorno sulla scena di Turchia, Egitto e Tunisia che hanno tolto un po’ di volumi all’Italia”. Gino Acampora, player storico dell’inbound italiano, conferma l’andamento non proprio entusiasmante del mare Italia nell’estate 2019.“I Paesi concorrenti - dice ancora Acampora - stanno uscendo con prezzi più vantaggiosi e aggressivi rispetto a noi. Speriamo che il Governo capisca qual è il peso reale del turismo”.
I NUMERI
Il primo a parlare di calo è stato Assoturismo Confesercenti: il consuntivo dell’estate secondo l’associazione mostra 2,3 milioni di presenze in meno rispetto al 2018, per un totale di 205,7 milioni di notti in Italia in alta stagione.
La contrazione maggiore riguarda il mercato italiano, che si ferma a 110 milioni di presenze (-1,6 milioni in meno sul 2018, positivo 1,5 per cento); gli stranieri si fermano a 95,8 milioni di presenze (-0,7 per cento), con una diminuzione di 696 mila unità.
“C’è ancora tanto da fare per stabilizzare i flussi turistici verso l’Italia e per fidelizzare i visitatori” commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo. Anche l’indagine di Confidustria Alberghi sull’estate mostra quello che viene definito “un quadro complesso”. Dopo un avvio fortemente condizionato dal meteo,“la stagione sembrava orientata verso la giusta direzione - dice l’associazione -: giugno ha registrato un +2,5 per cento in termini di occupazione sullo stesso mese del 2018, mentre luglio ha confermato il trend con un rallentamento, però, nella crescita”.
LO STOP
Ad agosto, una brusca battuta d’arresto ha fatto registrare un’inversione del trend.“Che il comparto balneare avrebbe subito un calo era abbastanza prevedibile con la riapertura di tante destinazioni nel Mediterraneo (Egitto e Tunisia su tutte, ma anche Turchia) - spiega Filippo Pagliara, responsabile area incoming di Chiriatti Tour - . Destinazioni più competitive del nostro mare Italia sia in termini di distanza dai maggiori bacini di utenza europei sia in termini di prezzo”.
I prezzi, insomma, entrano nel mirino degli stessi operatori inbound.“Il balneare è un comparto che quest’anno ha sofferto a livello Paese per l’aumento dei prezzi soprattutto nel Sud Italia, spropositati per l’offerta e poco competitivi rispetto ad altre destinazioni” sottolinea Alessandro Crucianelli, titolare di C.M. Viaggi. Il calo si è fatto registrare in tutta la Penisola, come conferma Julian Zappalà, sales manager di Dimensione Sicilia:“Siamo stati in linea con la situazione nazionale, e il balneare non ha raggiunto i risultati sperati”.
Un tentativo di spiegazione più articolata della frenata arriva da Marco Corbellini, titolare di Enoria Viaggi:“Da 30 anni a questa parte il ricettivo è in costante aumento e il bacino di utenza non sta al passo. Inoltre, l’Italia è cara e ci vediamo superare da Paesi come per esempio l’Albania, che fino a pochi anni fa non era considerata meta turistica, ma oggi va incontro a investimenti nuovi che permettono prezzi convenienti”. Corbellini però è convinto che il plus dell’Italia sia un altro:“Il boom degli scorsi anni era frutto di una paura che va combattuta con il servizio e la qualità. Sarà la bellezza a salvarci”.