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Robin Wright

A 51 ANNI, È UNO DEI VOLTI PIÙ RICHIESTI A HOLLYWOOD. E TRA IL SET TV DI HOUSE OF CARDS E BLADE RUNNER 2049, SI È MESSA A FARE LA REGISTA. IN NOME DELLE DONNE

- Giovanni Bogani

È una donna di potere nella serie tivù House of Cards. È una guerriera in WonderWoma­n, nelle sale l’1 giugno (interpreta Antiope, che educa l’eroina alla guerra). Ed è grintosa, oltre che bellissima, nella vita. Robin Wright, 51enne ex moglie di Sean Penn, non si accontenta di essere un’attrice sempre più richiesta a Hollywood (sarà anche in

Blade Runner 2049, a ottobre): ha appena presentato a Cannes il suo primo corto da regista, The Dark of Night. E pure con quello dà battaglia, parlando di disuguagli­anze tra uomini e donne.

Com’è riuscita a produrre il corto?

Ho raccolto 50mila dollari con il crowdfundi­ng. E la troupe di House

of Cards, che ormai è un po’ la mia famiglia, ha lavorato gratis per aiutarmi.

Ha diretto da regista anche alcuni episodi di House of Cards. Com’è andata?

Quando Kevin Spacey, mio amico e collega, ne ha diretto uno, ho subito pensato: “E perché io no?”. Poi i dirigenti di Netflix mi hanno dato il via libera e sono rimasta pietrifica­ta, in preda alla paura. Ma sono stata aiutata da tutti.

Cos’è per lei il femminismo?

Parità tra uomini e donne in ogni campo. Compreso quello economico: stessa paga per lo stesso lavoro.

Secondo lei cosa piace di Claire Underwood, il suo personaggi­o in House of Cards?

Il fatto che non vive all’ombra di un uomo: è una donna di potere, nella serie ha lo stesso spazio del presidente. E poi ha un lato oscuro: me la immagino come una specie di Lady Macbeth.

Non c’è ancora un presidente donna negli Usa, né nella fiction né nella realtà...

Vero. Spero di poter votare per Michelle Obama, un giorno. Ma forse solo i miei figli vedranno un Presidente in tailleur.

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