Marco, la quiete dopo la tempesta
HA BRUCIATO TUTTO SUBITO, MARCO CARTA. HA VINTO QUEL CHE C’ERA DA VINCERE ED È SCOMPARSO. PER SEMPRE? MACCHÉ, IL RAGAZZO È DI NUOVO IN PIEDI
Di botte ne ha prese parecchie. Forse perché la carriera di Marco Carta era decollata troppo in fretta, tutto è arrivato subito e lui in fondo era un bambino. Il trionfo ad
Amici nel 2008 e la vittoria al Festival di Sanremo un anno dopo gli avevano dato l’illusione di essere invincibile. Poi, il tonfo: le radio non passano più i suoi pezzi, addio classifiche. In un attimo passa dal trionfo all’ansia: “Oddio, sono già passato di moda”. Oggi Marco tenta la resurrezione con Tieniti forte: qualcosa più di un nuovo album, un manuale di resistenza in 12 brani. «Me lo ripeto allo specchio tutti i giorni: “Marco, tieniti forte, ora sai come come si fa”». La sua crisi ha qualche colpevole? «Avrei dovuto circondarmi di persone diverse: qualcuno che si affezionasse a me e non ai numeri che facevo. Qualcuno con il coraggio di dirmi dei no». Era molto giovane, però. «E qualcuno ne ha approfittato. Oggi a 32 anni ho imparato a scegliere chi frequentare. Sono il risultato di quello di bello e brutto che ho vissuto». Qual è stata l’ancora a cui aggrapparsi? «La famiglia, la mia Sardegna».
Essere tra i primi a vincere Amici le ha appiccicato un’etichetta indelebile... «I talent sono pazzeschi: hanno ringiovanito la musica italiana ma creato anche una competizione enorme». Il ricordo che non cancellerà mai? «La telefonata di Laura Pausini in lacrime appena dopo la vittoria al Festival». Si è tenuto un sogno di riserva? «Ho vissuto un calo, ma non ho mai pensato di smettere. Anzi, l’ambizione mi spinge a superare il passato. Intanto ho imparato a godermi il presente: il successo di inizio carriera è stata una tempesta di cui non ricordo nulla».