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Julianne Moore

DOPO SUBURBICON, DIRETTA DA GEORGE CLOONEY, L’ATTRICE SI PREPARA PER UNA SERIE TIVÙ INSIEME A DE NIRO. «MA VORREI TANTO UN FILM ITALIANO»

- Claudia Catalli

Julie Ann Smith, al secolo Julianne Moore, ha ritirato al Giffoni Film Festival l’ennesimo premio di una carriera scintillan­te culminata nell’Oscar del 2015 con Still Alice, di cui dice: «Ho sempre scelto i progetti senza pensare a budget, genere o ruolo. M’importa solo di fare ciò che amo».

È questo il segreto del successo?

La vita non è conquistar­e qualcosa, ma assaporare le piccole cose.

Un tempo odiava le sue lentiggini, oggi si piace sullo schermo?

Ancora non amo le mie lentiggini, ma è cambiata la prospettiv­a. E quando penso a quello che ho, dal lavoro agli amici, ai figli, all’amore, tutto il resto non conta. Sono una donna e una mamma fortunata.

Come coniuga lavoro e maternità?

Oggi che i miei figli hanno 19 e 16 anni mi spezza il cuore rendermi conto che li ho cresciuti per allontanar­li. Ma è giusto così: la chiave di una relazione sana è l’indipenden­za, il dare all’altro tutto per farlo camminare da solo.

È tra i protagonis­ti del film di Clooney Suburbicon: com’è andata?

George è un amico e un regista pazzesco. Pensi che ci ha scelti uno per uno.

Che consiglio gli darebbe ora che è padre?

George, preparati! Ti aspettano anni infiniti di giochi!

Girerà con De Niro una serie firmata da David O. Russell. Di cosa si tratta?

È una saga familiare corale ambientata a NewYork, dove abitiamo sia io che Bob che David... Ebbene sì, siamo pigri!

Ha mai pensato di lavorare in Italia?

Certo. Ho appena incontrato in California Tilda Swinton. Come vorrei anch’io lavorare con Luca Guadagnino! Il guaio è che non so parlare italiano... Posso venire lo stesso?

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