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Richard Gere

- Michela Greco

NEL SUO ULTIMO FILM, L’INCREDIBIL­E VITA DI NORMAN,

TORNA A CALARSI NEI PANNI DI UN PERSONAGGI­O SCOMODO E PER NIENTE GLAMOUR. MA SOGNA UNA STORIA ROMANTICA

Nelle sue mini-biografie si legge “attivista per i diritti umani, attore e produttore”: l’impression­e è in effetti che Richard Gere (68) metta l’impegno in cima alle sue priorità, e i progetti che sceglie stanno lì a confermarl­o. In parte lo fa anche

L’incredibil­e vita di Norman (nelle sale dal 28 settembre) in cui, con i connotati cambiati da orecchie a sventola e un taglio di capelli per nulla sexy, l’ex ufficiale gentiluomo è un faccendier­e che cerca di arrivare ai piani alti a suon di bugie e pedinament­i. A Roma per la presentazi­one del film, l’attore ha sfoggiato una calma zen e il solito sorriso irresistib­ile. Per questo ruolo si è spogliato del suo lato glamour. Che esperienza è stata? Ha comportato un lavoro maggiore: è più faticoso recitare con una protesi alle orecchie che con un vestito firmato. Ogni personaggi­o ha un aspetto esteriore e uno interiore, per me il secondo è più importante, ma bisogna costruirlo. Tra tutti i ruoli della sua carriera ce n’è uno che le somiglia più di altri? Non direi. Ma se provate a mettere tutti i miei personaggi in un frullatore, ne ricaverete sicurament­e un sapore di me. La rivedremo in una storia romantica? Perché no? Mi piacciono le storie d’amore, spero che me ne offrano presto una bella, magari in Italia. E le serie tv? A patto che siano di qualità, come House of Cards: ma la situazione politica è così bizzarra che nessuna fiction potrebbe competere.

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