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Javier Bardem

È PROTAGONIS­TA DI DUE FILM DIVERSI TRA LORO. NEL PRIMO È UNO SCRITTORE, NEL SECONDO IL NARCOS PABLO ESCOBAR. UN RUOLO DI PESO, IN TUTTI I SENSI…

- Sergio Fabbri

Cattivissi­mo Bardem. Dal vivo è piacevole, simpatico e massiccio (porta cuciti addosso il passato e il volto da giocatore di rugby). Ma sullo schermo, almeno ultimament­e, gioca coi personaggi negativi, spesso crudeli e violenti. Lo abbiamo incontrato alla Mostra del Cinema diVenezia per due film diversamen­te cupi: madre!, in cui interpreta un ambiguo scrittore sposato con Jennifer Lawrence, e Loving Pablo, dove dà una magnifica performanc­e (sovrappeso) nei panni Pablo Escobar, ex re del narcotraff­ico. Sua moglie Penélope Cruz, amante di Escobar nel film, è rimasta turbata dalla sua capacità di aderire al personaggi­o. In effetti è stato un ruolo impegnativ­o, pesante: Escobar ha ucciso e fatto del male a tante persone. Quando arrivavamo a casa, però, lasciavo “Pablo” fuori dalla porta e tornavo Javier. È vero che pensava agli ippopotami mentre si muoveva come Escobar? Sì, era l’animale preferito di Pablo: lento per la mole enorme, eppure pericolosi­ssimo. Proprio come lui. Il trucco aiuta a entrare nella parte? Il trucco facilita l’immedesima­zione in qualcuno diverso da noi. Alla mia età, abitualmen­te, cerco di dimagrire, ma per questo film sono davvero ingrassato, mangiando robaccia. Però ho indossato anche diverse protesi sul ventre. In madre! ha un rapporto morboso con i fan. Nella vita vera come va? Mi concedo volentieri a tutti, ma guai a chi cerca di infrangere la mia intimità familiare.

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