LA CARDIOPOSTA DI PULSATILLA
Mesi fa lui ha cambiato lavoro e ha cominciato a fare orari folli. «Ho l’impressione che mi abbiano rapito gli alieni», «Mi sento altrove da me stesso e dal mondo», rispondeva quando gli facevo notare che ci vedevamo poco. «Ma non voglio rinunciare a te», aggiungeva. Di fatto lo stava facendo. E tre settimane fa ha tagliato: «Mi dispiace moltissimo, ma mi sono allontanato...».Avrei forse dovuto aspettarmelo, invece sono a pezzi. Si riaccende con violenza il vecchio dubbio di non essere abbastanza per meritarmi amore. Per cinque anni ho aspettato che lui lo fugasse, quel dubbio. Lo devo fare io, sì. Ma adesso sto così male! Dormo pochissimo, non riesco a mangiare, mi viene da piangere in continuazione. Non so come superarla, mi sto consumando. Marti
Il primo passo è togliere a chiunque la responsabilità di averti fatto soffrire, perché la causa è in te. Il buddhismo lo chiama karma. Significa che l’insicurezza non te l’ha generata lui, né i tuoi genitori, te la portavi già dentro, gli altri fanno solo da sacrosanti riattivatori. E dico sacrosanti perché chi ci riattiva le ferite è sacro e santo, in quanto ci dà la possibilità di guarirle. Le persone si incontrano per lavorare su certi temi. E non è mai un caso. È risonanza. Sono grandi occasioni per sciogliere (con amore) quel pezzetto di ego che ci impedisce di essere pienamente felici, e muoverci su una nuova frequenza, più alta e più libera, dove arrivano nuovi incontri, succedono nuove cose. Decidi tu se vivere questo momento come un tassello prezioso della tua crescita, o se strisciare facendo pensieri orrendi. L’unica responsabile del tuo stato interiore sei tu. Comodo dare la colpa agli alieni. Io credo che gli alieni siano in attesa di vedere come noi terrestri ce la caviamo come esseri umani. Perché stiamo andando male. Gli alieni ci guardano con infinito affetto e pensano: poverini. Non vengono a citofonarci di notte per insultarci, per dirci che siamo degli stolti a ridurci in queste condizioni. Pazientano. Allo stesso modo, tu devi fare con lui, con tutti. Pazientare, e offrire a tutti un posto per fare le proprie esperienze, così come tu le fai attraverso di loro. Ci si incontra per questo. Mi sono spiegata? Mi sa di no, ma non fa niente, perché l’amore si sente, non si spiega.
Ho appena comprato Tustyle e c’è l’ennesimo articolo sulle “influencer”. Mi deprime vedere che tante persone seguano queste furbacchione e le ammirino. Look improbabili, spesso ridicoli, e tanti like! Ma perché tante si fanno condizionare? Dov’è andata a finire la personalità? Io lavoro in un negozio e mi cascano le braccia quando mi chiedono determinati articoli perché li hanno visti su Instagram. Tutte uguali, tutte praticamente in divisa. Che tristezza! Maria Pia
Sono d’accordo. Il punto è che anche tu, senza accorgertene, ti sei fatta condizionare. Perché ti sei stizzita. Perché ti sei lasciata prendere dal malumore. Perché hai dedicato a questo una fetta della tua giornata, e di chissà quante altre giornate. Non puoi chiedere alle influencer di smettere di esistere, non sarebbe neanche giusto. Ma puoi smettere di farti influenzare. Ed è la chiave di volta per riscattare, come dici, la vera personalità. Scegli con quali pensieri e sensazioni vuoi entrare in rapporto e con quali no, e allora la presenza di una influencer sarà talmente lontana dall’essere un tuo problema che non avrai più bisogno di parlare di libertà a parole, perché libera lo sarai davvero.