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LA CARDIOPOST­A DI PULSATILLA

- a cura di Eleonora Molisani

Ogni

tanto rispunta un mio ex, quasi 60enne, single. Mi ha tartassato a luglio per settimane, forse non sapendo dove andare in vacanza, facendo vaghe domande e dando vaghe risposte. Io non ho fatto una piega e sono partita con un’amica per la Sardegna. Poi altri messaggi che alludono ad inviti, ma mai espliciti. Mi chiedo se questo benedetto uomo alla veneranda età di 59 anni ci è, o ci fa.Ti sembra un comportame­nto normale? Forse pensava che fossi come 14 anni fa, che appena schioccava le dita ero pronta sull’attenti. Melissa

Melissa, io non ce la faccio più a sentir parlare male degli altri. Questo blah, blah, blah, vomitato dalla mattina alla sera verso questo e quello, che non serve a niente ed è solo un buon modo per riversare fuori di noi la responsabi­lità di un disagio che sentiamo dentro. Ci sarà sempre qualcuno che ti taglia la strada quando è verde. Ci sarà sempre una suocera convinta che tu sia un’inetta e tenterà di rivelarti la vera ricetta delle polpette al sugo. Ci sarà un camion della nettezza urbana che farà rotolare un sacchetto di immondizia sul tuo lunotto. Anche in Africa vedrai tante ingiustizi­e, in Svizzera noia luccicante, in Sud America abusi: potrai girare il mondo per tutta la vita vedendo cose indegne, dandone a qualcun altro la colpa. O (hai un’alternativ­a) potrai muoverti nel mondo apprezzand­o ciò che è bello, e prendendot­i la responsabi­lità di fare le cose per bene. Nel ricevere un sms, potrai decidere di vedere un infingardo che ti tratta come se non valessi niente, o un uomo fragile e spento, che non pensa che tu non valga ma magari ha paura di invecchiar­e da solo e vaga alla ricerca di un riempitivo. Quel riempitivo non sei tu: glielo puoi dire. Ma nel dirglielo, puoi provare tenerezza, comprensio­ne, e dargli una parola curativa, o umiliarlo. Decidi se sei una donna che si guarda intorno sputando veleno, oppure una che vede bellezza intorno a sé perché porta bellezza dentro di sé. Decidi. Decidi ogni sfumatura della tua vita. La vita ogni istante cambierà per te il colore del semaforo affinché possa attraversa­re l’incrocio esattament­e ciò che hai scelto di vedere: è sempre così.

Ho 20 anni, sono gay, l’ho capito a 15 anni. Dopo qualche anno ne ho parlato con mia madre e con i miei migliori amici. Ora resta lo scoglio più grande: mio padre. Con lui ho un pessimo rapporto e come se non bastasse non vive con me (i miei sono separati). Che fare? Federico

Innanzitut­to ti chiedo per quale motivo vuoi dirglielo. Se avete un pessimo rapporto, se invece di sostenerti coglierebb­e l’occasione per giudicarti o umiliarti, se non vive con te né hai impellenze pratiche, perché andare al massacro? Vanno dette le cose “vere utili”, non le cose “vere a caso”. Se tuo padre un giorno dovesse incontrart­i mano nella mano con il tuo ragazzo e farti una scenata in paese, sempliceme­nte gli potrai dire: «Ne parliamo in privato. Non mi sono confrontat­o con te perché temo il tuo giudizio. Per favore, se non vuoi perpetrare il copione ancora per anni, ora smettila di comportart­i così». In questo modo lo inchiodi alla meschinità delle sue azioni in tempo reale, lo cogli, per così dire, con le mani nel sacco. Ma devi restare calmo, in modo da non offrirgli nuovi spunti per dire male di te. Di fronte alla calma, il male si sbriciola da solo. Prova anche tu il brivido di essere calmo, e nel giusto: è veramente fichissimo.

IL MIO EX VORREBBE RICOMINCIA­RE IL TIRA E MOLLA. MA STAVOLTA NON CI STO

HO FATTO COMING OUT CON MAMMA. MA NON RIESCO A DIRE A PAPÀ CHE SONO GAY

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Pulsatilla scrittrice e sceneggiat­rice

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