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Via la plastica a suon di ciak

- testo di Mattia Carzaniga

A VENEZIA, CRISTIANA CAPOTONDI HA PRESENTATO UN BEL PROGETTO CHE METTE INSIEME CINEMA E AMORE PER L’AMBIENTE. OBIETTIVO: FAR CAPIRE A TUTTI CHE LE ACQUE DEL PIANETA SONO IN GRAVISSIMO PERICOLO

CCristiana Capotondi sorride con l’aria di chi sa di avere tra le mani un’iniziativa preziosa. L’attrice è la mente e il cuore di One Ocean Film Unit, progetto appena presentato alla Mostra del cinema di Venezia per diffondere, attraverso una serie di cortometra­ggi, un messaggio ambientali­sta urgentissi­mo: nel 2050 nelle acque del pianeta ci sarà più plastica che pesci. Correre ai ripari subito è necessario. «Noi artisti» spiega Cristiana, «abbiamo una grande responsabi­lità: dobbiamo sensibiliz­zare le persone. Un altro rapporto con laTerra è possibile ». Venezia è un pesce, recita un detto locale, ed è proprio in mezzo alla laguna che la Film Unit ha battuto il primo ciak: davanti alla cinepresa, Capotondi e Anna Ferzetti col velista Paul Cayard, diretti da Paolo Genovese (il regista di

Perfetti sconosciut­i). «Ho passato buona parte della mia vita sul mare» continua l’attrice, «ne ho osservato il progressiv­o degrado. Non tutti sanno che il 50 per cento dell’ossigeno che respiriamo viene dall’oceano: se non intervenia­mo oggi, tra qualche anno saremo in seria difficoltà». Per il lancio veneziano di One Ocean Film Unit è stato scelto il lussuoso Gritti Palace.Al posto del red carpet, un blue carpet in fibra ecologica. Cristiana l’ha raggiunto solcando il Canal Grande in barca a vela. Prima l’aveva fatto solo James Bond in Casino

Royale. Ma questa missione batte persino 007.

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Cristiana Capotondi (37) è responsabi­le di One Ocean Film Unit e protagonis­ta di uno dei corti che fanno parte del progetto.
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