Via la plastica a suon di ciak
A VENEZIA, CRISTIANA CAPOTONDI HA PRESENTATO UN BEL PROGETTO CHE METTE INSIEME CINEMA E AMORE PER L’AMBIENTE. OBIETTIVO: FAR CAPIRE A TUTTI CHE LE ACQUE DEL PIANETA SONO IN GRAVISSIMO PERICOLO
CCristiana Capotondi sorride con l’aria di chi sa di avere tra le mani un’iniziativa preziosa. L’attrice è la mente e il cuore di One Ocean Film Unit, progetto appena presentato alla Mostra del cinema di Venezia per diffondere, attraverso una serie di cortometraggi, un messaggio ambientalista urgentissimo: nel 2050 nelle acque del pianeta ci sarà più plastica che pesci. Correre ai ripari subito è necessario. «Noi artisti» spiega Cristiana, «abbiamo una grande responsabilità: dobbiamo sensibilizzare le persone. Un altro rapporto con laTerra è possibile ». Venezia è un pesce, recita un detto locale, ed è proprio in mezzo alla laguna che la Film Unit ha battuto il primo ciak: davanti alla cinepresa, Capotondi e Anna Ferzetti col velista Paul Cayard, diretti da Paolo Genovese (il regista di
Perfetti sconosciuti). «Ho passato buona parte della mia vita sul mare» continua l’attrice, «ne ho osservato il progressivo degrado. Non tutti sanno che il 50 per cento dell’ossigeno che respiriamo viene dall’oceano: se non interveniamo oggi, tra qualche anno saremo in seria difficoltà». Per il lancio veneziano di One Ocean Film Unit è stato scelto il lussuoso Gritti Palace.Al posto del red carpet, un blue carpet in fibra ecologica. Cristiana l’ha raggiunto solcando il Canal Grande in barca a vela. Prima l’aveva fatto solo James Bond in Casino
Royale. Ma questa missione batte persino 007.