Chiamami col tuo cognome
Si sono affermate col proprio nome di famiglia. Poi però si sono innamorate, si sono sposate e hanno adottato quello del marito. E se fosse nient’altro che... romanticismo?
C’era una volta l’attaccamento al cognome
Oggi le statistiche parlano chiaro: l’80% delle donne americane quando si sposa cambia il cognome in quello del marito. In Giappone il 96%, ma qui è l’uomo che comanda. In Italia la legge dice che la donna si tiene il suo e, se proprio vuole, fa aggiungere “coniugata XY” sui documenti. Usanze diverse e forse in questo caso noi italiane siamo meno antiquate delle anglosassoni. Fa strano, infatti, vedere donne che devono la carriera alla riconoscibilità affrettarsi a cambiare nome una volta convolate
a nozze. L’ultima è Hailey Baldwin: su Instagram è diventata @haileybieber. Il matrimonio con Justin non si sa neanche bene quando sia avvenuto, ma il cambio di nome c’è stato, via social. Non è la prima, non sarà l’ultima. Qualcuno si ricorda come faceva Victoria di cognome prima di sposare Beckham? Appunto. Il brand lo ha costruito usando il nome del marito (per la cronaca il suo cognome è Adams). Idem per Demi Moore (di nascita Guynes). E Hillary Clinton. Di recente il cambio di nome lo hanno fatto Amal Alamuddin (ora Clooney), la fashion editor Giovanna Battaglia (ora Engelbert), persino Beyoncé che nel 2013 fece il Mrs Carter Tour e che oggi, insieme a Jay-Z, sono i Carters. Kim Kardashian ha aggiunto West. Idem per la regista Sam Taylor che ha aggiunto Johnson al suo, così come il marito Aaron, anche lui Taylor-Johnson. Da cui un pensiero: vuoi vedere che al netto di questioni legali, di visibilità, di status sociale, questa usanza di prendere il nome del marito è un atto di struggente attaccamento? Come tutte le cose poetiche è scomoda, è antilogica, è antiquata e forse anche poco femminista. Sì, deve essere proprio così: un segno di romanticismo.