Avresti voglia di un caffè?
Dall’espresso all’americano alle infinite varianti golose, l’oro nero è un culto. Che Milano celebra in locali super glam. Mica c’è solo Napoli…
UN PIACERE SENZA EGUALI
Ha impiegato dei secoli ma alla fine il caffè ce l’ha fatta a conquistare la palma d’oro della bevanda più diffusa e amata al mondo. Merito di tre qualità. Innanzitutto, è buono, non per niente ad apprezzarne l’aroma non sono solo i coffee addicted (per i quali è un piacere h24), ma anche tutti gli altri. Poi è rinfrancante: in versione espresso o soft-french, all’americana o americano (sì, sono due cose diverse) è un fantastico energizzante per corpo e cervello, come sanno generazioni di studenti che hanno affrontato, armati di moka, le varie notti prima degli esami. Inoltre è socialmente versatile: si presta infatti per una prima colazione tra amici, un break after lunch con colleghi e, a dispetto della caffeina pro-insonnia (o forse soprattutto grazie a essa), a romantici tête-à-tête dopocena. Una convivialità celebrata nelle nuove torrefazioni, che fanno delle selezioni delle miscele e dei metodi di estrazione il loro punto di forza, comparse accanto a quelle storiche e divenute templi per un culto da intenditori: ultima nata, la Starbucks Reserve™ Roastery di Milano. Aria glam pure nelle caffetterie milanesi: sempre firmati Starbucks i tre locali che apriranno entro fine anno nel cuore della città (corso Garibaldi e via Durini) e all’aeroporto di Malpensa. Martedì 27 ha aperto i battenti Voce, il caffè letterario in piazza della Scala 6. È invece dedicato agli addetti ai lavori e, in occasione di eventi (Design, Fashion e Food Weeks) anche a tutti i coffee lovers, Art & Caffeine, il primo flagship store voluto da Faema (in via Forcella 7) per fare cultura sul caffè. E che dire delle infinite e golose varianti? Dai due prototipi, ristretto o lungo, e dopo le formule “per finta”, d’orzo e decaffeinato (ma che gusto c’è?), il caffè ne ha fatta di strada. Il classico corretto di impronta italica - uno shot di caffè unito a un liquore a piacere, dal rum all’anice - o il tradizionale caffè con panna? Roba da pleistocene! Nell’era dell’apericena trionfano le aggiunte di vaniglia, castagne, scaglie di marron glacé, cioccolato o nutella, estratto di caramello, persino frollini alla marmellata, granella di nocciole, e chi più ne ha più ne metta. Gli estimatori dell’espresso forse inorridiranno. Gli altri godranno di più.