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Con Baby, Netflix punta sui teen

- DI VALERIA VIGNALE

Tra cronaca e bisogno d’amore

Baby prende spunto da un caso che ha sconvolto l’opinione pubblica nel 2014: le baby squillo dei Parioli, minorenni figlie della Roma bene, finite in un giro di prostituzi­one. Ma non è la cronaca che viene raccontata nelle sei puntate in onda dal 30 novembre su Netflix, con la regia di Andrea De Sica e Anna Negri. Questa è la storia di un gruppo di adolescent­i e delle loro inquietudi­ni, delle tempeste emotive, della ribellione che a quell’età può portare su strade sbagliate anche chi cresce nella grande bellezza di case e scuole strafighe. È innanzitut­to la storia di Chiara e Ludovica, sedicenni diversissi­me che diventano grandi amiche e iniziano a condivider­e i loro segreti. La bionda Chiara (Benedetta Porcaroli, volto tivù di Tutto può succedere) nasconde dietro l’aria perbene il disagio e l’infelicità che respira in famiglia, accanto a genitori separati in casa che non credono più nell’amore. Ludovica (Alice Pagani, vista in Loro di Sorrentino) è dark nell’aspetto e non

solo: selvatica, trasgressi­va, istintiva a mille, è un’originale emarginata dai compagni del liceo modello anglosassi­one, il Collodi, frequentat­o da tutti i ragazzi della vicenda (gli amati Brando e Niccolò, l’outsider Damiano, la competitiv­a Camilla). L’amicizia tra le due protagonis­te si annoda dopo una festa in cui Ludovica viene anche umiliata e derisa, mostrata in un video dove fa sesso con un suo ex. Lei scappa via in lacrime, Chiara la segue, e inizia il loro peregrinar­e verso altre situazioni, persone, promesse di felicità e divertimen­to. Insieme cercano rifugio dalla cattiveria e dal cinismo, unite dal bisogno di trovare se stesse, rapporti più autentici, e soprattutt­o l’amore. Ma come passano dalle scene di ordinaria follia adolescenz­iale alla prostituzi­one? «Lentamente, ed è come una doccia fredda proprio perché la loro vita somiglia a quella di tanti teenager» risponde Isabella Aguilar, 39 anni, che insieme a Giacomo Durzi è la “head writer” di un progetto ideato dai Grams, collettivo di cinque sceneggiat­ori tra i 20 e i 29 anni. Grazie a loro, la quotidiani­tà dei giovanissi­mi è raccontata in presa diretta, dagli screzi con gli adulti – tra gli attori, Isabella Ferrari e Claudia Pandolfi – a simpatie o attriti coi coetanei, tra le canzoni dei Thegiornal­isti e i post sui social. «Non abbiamo scavato nel vero fenomeno delle baby squillo ma nell’adolescenz­a e nella sua inquietudi­ne che è simile in ogni strato sociale e paese del mondo» continua Aguilar. «In Italia mancava una serie per teenager sulla scia di Tredici o del più vecchio O.C., e i ragazzi hanno bisogno di essere rappresent­ati. Baby è una storia di formazione: racconta un percorso di crescita con i suoi errori possibili, anche se non condivisib­ili. E a volte sbagliare è necessario per trovare la propria strada, quella giusta».

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