Vivienne Westwood, una vita da film
Ha inventato il punk, ha imposto la sua moda, è scesa in piazza per decine di battaglie diverse. E a 77 anni, mentre arriva al cinema la pellicola che la racconta, è più viva e ribelle che mai
ha i capelli bianchi. corti. lunghi. biondi. rossi Con la stessa facilità Vivienne Westwood cambia nome al suo negozio di King’s Road a Londra: Let it rock, poi Sex, adesso World’s End. Vivienne si infastidisce delle domande troppo ovvie. Le chiedono se andrà mai in pensione. Risposta: «La gente va in pensione per fare quello che vuole. Io faccio già quello che voglio». Qui c’è tutta la Dame (titolo simile a quello di commendatore) Vivienne, la donna che ha inventato il punk, ha scandalizzato gli inglesi, e alla fine è diventata una loro eroina. Il docu-film Westwood: punk icona, attivista (in sala da 20 febbraio) la racconta anche nel privato.
COSTUMI STORICI E STREET Bambina precoce («A cinque anni sapevo fare un paio di scarpe»), sposa giovanissima, madre di Ben e quasi subito divorziata da Derek Westwood, influencer prima che gli influencer esistessero. Malcom McLaren (che sarà il manager dei Sex Pistols) ragazzo affascinante e nevrotico, si infila nel suo letto fingendo un’influenza e ci resta fino al 1985. Insieme fanno un figlio, Joe, aprono il negozio, lanciano le T-shirt irriverenti, le creste, gli strappi. Insomma, lo street style. «Visto che tutti mi copiavano, ho pensato: voglio entrare nella moda». Quello che manca nel film è nell’autobiografia Vivienne Westwood scritta con Ian Kelly e pubblicata in Italia da Odoya. Spietata, sincera, divertente. La prima sfilata del 1981 (Pirate Collection) scuote parecchio: cappelli alla Capitan Uncino, maniche a sbuffo, pantaloni arrotolati. Segue la Buffalo. Westwood pesca dal passato il corsetto e il faux cul, li stravolge, li rende ironici. È “strana”. Ci vuole tempo perché il sistema premi il suo slancio creativo (stilista dell’anno UK nel 1991 e nel 1992).
Reinventa la crinolina (la mini-crini). Si ispira a madame de Pompadour e alla lingerie del ‘700. Nella Civilizade Collection (p/e 1989) la maglia bicolore rappresenta la sintesi tra costume storico e street. Ricorda Kate Moss: «Quelle sfilate erano così oltraggiose! Uscivamo praticamente nude». E Naomi Campbell: «Le platform shoes erano altissime. Sono caduta in passerella. Da lì ho avuto lo spot di un’assicurazione…». GIÙ, IN PIAZZA Nel frattempo è arrivato Andreas Kronthaler, attuale marito. Quando si incontrano, lui è uno studente austriaco di 23 anni che vive per la moda, lei ne ha 48 ed è un mito. Comincia subito a lavorare nella factory Westwood e non se ne va più. Si sposano nel 1992 «perché il suo permesso di soggiorno era scaduto». Dice Vivienne: «Sto bene con lui come sto bene da sola» (è un complimento). Dice Andreas: «Amo Il suo odore. Amo ogni centimetro del suo corpo minuto». Kronthaler adesso firma la collezione mentre Vivienne dedica il suo tempo alle battaglie per il clima, o contro il fracking (tecnica per estrarre il gas naturale). L’età (77) non le pesa e non ha mai pensato a un lifting. Ammette: «Non sono una persona con cui è facile avere a che fare, né una persona ordinaria: la mia non è una vita ordinaria». Niente di più vero.