Tilda e Honor, madre e figlia da applauso
È stata accolta come una rivelazione, al Sundance e alla Berlinale. Ma Honor non farà l’attrice. «Questo film è un’avventura, mi resterà nel cuore»
Timida, dolce, il viso tondo, l’emozione e il batticuore dei vent’anni. Al primo impatto Honor, figlia di Tilda Swinton, sembra avere poco in comune con l’attrice di Suspiria, se non l’intimità dei gesti e gli stivaletti dorati Chanel che indossano entrambe al Festival di Berlino. Tilda e Honor sono madre e figlia anche in The Souvenir
di Joanna Hogg, storia vera della regista e dei suoi esordi complicati da una traumatica storia d’amore. Il film ha vinto il Grand Jury Prize del Sundance Festival, dove Honor è stata accolta come la rivelazione dell’anno. Ma sarà per scaramanzia o per una questione di stile, per allontanare l’idea della “figlia di” che salta gavetta e casting, lei sottolinea: «Non ho scelto la carriera di attrice. Studio psicologia e neuroscienze all’Università di Edimburgo e... incrocio le dita! So che mia madre mi sosterrà qualunque cosa scelga in futuro» dice lei, nata (con il gemello Xavier) dalla relazione dell’attrice con l’artista scozzese John Byrne. «Forse sarò anche nel seguito del film, perché prendo quello che mi offre la vita e questa è un’avventura che mi resterà nel cuore per sempre». Tutto è nato dall’amicizia di mamma Swinton e della regista di The Souvenir, che sono cresciute insieme. Tilda ha seguito da vicino proprio le vicende autobiografiche raccontate nel film e conosceva di persona la madre alla quale ha dato il volto. Per interpretare la protagonista, Joanna Hogg voleva però un’attrice non professionista che potesse vivere la storia più che recitarla, calarsi nella situazione istintivamente. «Così le ho presentato molte amiche dei miei figli» racconta la Swinton. «Finché a poche settimane dalle riprese ci siamo rese conto che la soluzione era proprio seduta al tavolo della mia cucina». Tilda è stata anche una “coach” di recitazione per Honor, sul set? «Assolutamente no!» risponde lei. «Non sono mai intervenuta a darle consigli perché anch’io non sono nata come un’attrice tradizionale, ho sempre portato la mia esperienza e il mio sentire nei personaggi. Qui dovevamo interpretare una madre e una figlia molto diverse da noi e lei doveva solo metterci se stessa, entrare nella storia con le sue emozioni». Honor conferma: «Sono stata guidata da mia madre e da Joanna per tutta la vita. È venuto naturale stare insieme sul set. Siamo un bel trio».