Libri Cosa vuol dire fedeltà?
«Che parola sbagliata tradimento. Siamo sicuri che resistere a una tentazione significhi essere fedeli? E se quella rinuncia rappresentasse il tradimento della nostra indole più profonda?». Marco Missiroli torna in libreria con Fedeltà, che racconta di Carlo e Margherita, quarantenni con un matrimonio solido e un’ottima intesa sessuale, finché l’ombra del “malinteso” si abbatte sulla loro relazione: lui è stato visto nel bagno dell’Università in cui insegna scrittura con Sofia, una studentessa affascinante e piena di talento. Per rimanere fedeli a se stessi si finisce con il tradire la fiducia altrui?
«A prescindere dalle scelte e dai legami formali a cui la vita ci “costringe”, ciascuno dovrebbe tenere se stesso come stella polare della propria esistenza. In fondo conduciamo tutti questa lotta tra ciò che siamo davvero e quello che riusciamo a essere in pratica. Questo libro parla di fedeltà soprattutto come fedeltà emotiva a se stessi: se vuoi rispettare la tua natura, inevitabilmente rischierai di tradire gli altri, di essere infedele». Il romanzo fotografa la generazione dei quarantenni, alla ricerca di stabilità professionale e affettiva ma vittima del mito dell’eterna giovinezza... «Questo è anche un romanzo di padri e di figli. Margherita e Carlo faticano ad affrancarsi dal ruolo di figli. Carlo, in particolare, rimane “figlio di tutti”, è ossessionato dall’addio alla giovinezza. Non gli ho fatto sconti: è un mediocre, schiacciato tra vecchi valori come casa, famiglia, figli, e la perenne fragilità, la non accettazione della maturità. Più che per l’avvenenza fisica, insegue le donne per la loro sicurezza: vede in loro le cose che a lui mancano». Rimini e Milano: entrambe nel libro e nel cuore. A quale delle due è più legato?
«A Milano, che è il mio presente, mentre guardo ai luoghi da cui vengo con malinconia, ma senza rimpianti. Per me rimanere in provincia avrebbe significato rinunciare a diventare quello che sentivo di essere. Per questo sono andato via».