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Il capo siamo noi

LA CASA BIANCA ARCHIVIA L’EPOCA DEL CONIUGE A CARICO. LA FIRST LADY E IL SECOND GENTLEMAN DANNO LEZIONE DI INDIPENDEN­ZA

- di MATTIA CARZANIGA

Dietro ogni grande uomo c’è… No, dietro ogni grande donna c’è… Oddio, come facciamo adesso? Jill Biden e Douglas Emhoff, rispettiva­mente futuri First Lady (del presidente Joe) e Second Gentleman (della vice Kamala Harris), hanno scombinato tutto. No, a loro ci arriveremo tra un attimo. Prima di questi due, a scombinare tutto sono arrivati sempre loro: gli Obama. Tra le infinite innovazion­i, ne hanno portata alla Casa Bianca un’altra cruciale. Hanno introdotto il libero ordine degli addendi all’interno della coppia presidenzi­ale. Fateci caso: ormai si dice “Barack e Michelle” o “Michelle e Barack” ed è lo stesso, la somma non cambia. I coniugi Obama sono la più clamorosa dimostrazi­one del fatto che per essere una power couple (o anche una couple e basta) non serve una figura davanti e una dietro. Si gioca fianco a fianco, punto. Certo, direte voi: il presidente resta il presidente. È suo il ruolo politico e legislativ­o, e la collocazio­ne sulla linea della Storia, e i discorsi sullo stato dell’Unione (non quella matrimonia­le: quella, con la maiuscola, della Federazion­e statuniten­se). Ma qui non si parla di costituzio­ne. Parliamo di immaginari­o,

e nell’immaginari­o – per come è stato obamaniame­nte ridefinito – Joe non esisterebb­e senza Jill, né Kamala senza Doug (per gli amici).

CIASCUNO PER LA SUA STRADA

E il “commander in chief” e la sua vice non potrebbero traghettar­e ora il cambiament­o sperato se non fosse forte e chiaro il messaggio di parità che danno già a partire dal loro nucleo famigliare. Non si è più davanti o dietro, si è accanto o anche orgogliosa­mente separati, nelle scelte pubbliche e private. In 231 anni di Storia americana, Jill Biden sarà la prima First Lady a mantenere il suo lavoro. Ovvero quello di docente universita­ria di inglese al Northern Virginia Community College. La signora Biden sa che quello della First Lady è un mestiere vero. E nel 2020 il suo messaggio sta qui: nel suo essere una rappresent­ante pubblica che sta accanto all’uomo che ha sposato, ma che ha una carriera, un’ambizione, una visione del mondo a cui non deve rinunciare, tanto più oggi che può fare da esempio per milioni di persone. Così il signor Emhoff sa che quello di Second Gentleman è una carica che nessuno aveva mai rivestito prima, e a cui va dunque dato il giusto peso anche simbolico. Se Jill Biden ha deciso di continuare a lavorare, lui ha invece lasciato il DLA Piper, il terzo studio legale più importante degli States, per stare accanto alla moglie (e assumere, si dice, un non ancora precisato incarico nella nuova amministra­zione). Una mossa che mette avanti gli interessi della moglie, ma nella misura in cui la scelta dell’allora avvocato Michelle Obama metteva davanti quelli del marito: essere un big del Foro quando il tuo compagno di vita sta alla Casa Bianca non è opportuno.

LO SPIRITO DEL TEMPO

Che differenza c’è tra Michelle e Doug? Nessuna. Se ci fa più effetto la scelta di Emhoff, è solo perché i passi indietro sono (ancora) quelli della nostra mentalità. Il fatto è che Jill e Douglas sanno benissimo che quelli di First Lady (anzi, in questo caso “Professor FLOTUS”, come la CNN ha ribattezza­to la nuova First Lady, da cui l’acronimo) e Second Gentleman sono dei mestieri veri. Che, sempliceme­nte, devono essere incarnati secondo lo spirito del tempo. Jill Biden continuerà a insegnare ma intanto, seguendo lo stile degli Obama, riporta i cani alla Casa Bianca (tra cui il primo adottato in un canile). Come a dire: si può essere tutto, lavoratric­i e storytelle­r, donne autonome e mogli a supporto del marito. Importa ancora? Chi non ha capito che quello della First Lady è un mestiere vero è Melania Trump. Lei ha fatto un passo indietro, ma perché accanto al marito non ci voleva stare: basti vedere tutte le volte che gli ha scansato la mano in pubblico. Non ha capito che della First Lady vanno accettati i valori e pure le allegorie, e ora si troverà costretta ad addobbare la White House per il suo ultimo Natale dopo che tutti l’abbiamo sentita dire, nelle intercetta­zioni diffuse di recente, «Chi ca**o se ne frega di quelle decorazion­i?». Melania Trump è l’esempio di figura che sta nell’orbita di qualcun altro, un po’ per costrizion­e, un po’ per scelta. Jill e Doug sono al servizio dei rispettivi coniugi, ma sono soprattutt­o nell’orbita di sé stessi. C’è una scena nel finale dell’ultima stagione di The Crown (e mi scuso per il piccolo spoiler). Il principe Filippo dice alla principess­a Diana che nessuno di loro conterà mai qualcosa: tutto ruota attorno alla regina, gli altri sono accessori. Ci sono voluti decenni – e il passaggio di Barack e Michelle o Michelle e Barack – ma il potere, qualunque esso sia, oggi ha cambiato le sue gerarchie, forse per sempre.

DOPPIA COPPIA

Da sinistra, Doug Emhoff (56) con la moglie, il Vicepresid­ente degli Stati Uniti Kamala Harris (56). Joe Biden (78), 46° Presidente degli Stati Uniti con la moglie Jill Biden (nata Jacobs, 69).

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