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Ti va un caffè alla macchinett­a?

NON FACCIAMO QUESTA DOMANDA DA UN PEZZO, SIAMO TUTTI ISOLATI. QUANTO PESA QUESTA RINUNCIA? BEH, PARECCHIO di ELISABETTA SALA

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Dite la verità: vi manca. La dimensione ufficio, dico. Nove mesi dopo l’inizio dell’incubo pandemia, che ci ha ridotto scalzi e spettinati al computer di casa, quella realtà “altra”, che tanto altra non era date le ore che occupava nella nostra vita, a pensarci mette un po’ di magone. Di che? Di tutto il contorno, per cominciare. Viaggio, caffettino al bar, aspetto curato dal trucco alla scarpa, sosta al ritorno per un aperitivo, ma anche per una spesa al volo. Mica come oggi che la spesa arriva spesso da sola a casa. In più qualche imprevisto, qualche incontro casuale capace di raddrizzar­e o devastare per sempre l’umore della giornata. Come le spezie, che variano un pochino il solito sapore. Più di tutti, chi l’avrebbe mai detto, mancano i colleghi.

I più intimi, quelli che con gli anni sono diventati amici stretti e confidenti? Nossignore, ci mancano tutti. Lo dice un sondaggio: forse per una sorta di bisogno di normalità o, anche, perché sul lavoro nascono belle relazioni, il 16,4% dei rispondent­i (addirittur­a 20,2% tra gli uomini) ha dichiarato di aver nostalgia dei propri colleghi.

C’ERA UNA VOLTA UN GRUPPO

Siamo tantissimi in questo stato, l’ha detto l’Istat a giugno: il 90% delle grandi imprese italiane (con più di 250 dipendenti) e il 73% delle imprese di dimensione media hanno introdotto o esteso lo smart working. Comodo scivolare dal letto alla scrivania in un nanosecond­o, certo, ma siamo pur sempre animali sociali. E abbiamo imparato: c’è la famiglia, la famiglia che ti sei costruita – gli amici – e quella che ti è capitata per puro caso. I colleghi appunto. Ma anche questa ha un suo valore e, piaccia o no, ti è entrata sottopelle in anni di convivenza. La socialità che nasce tra le scrivanie è un tassello importante delle molte trasformaz­ioni a cui va incontro ogni vita. Quanto siete cambiati, negli anni, grazie alle chiacchier­e/confidenze con la collega Tizia o proprio per non finire col rassomigli­are alla collega Caia? La macchinett­a del caffè, dicevano Luca e Paolo, è la chiave di volta. Alla mia personale macchinett­a, nei momenti migliori, una battuta faceva nascere un’idea che veniva affinata, elaborata e poi finiva sul giornale. Di chi era allora il merito? Di tutte quelle che avevano partecipat­o alla chiacchier­a, con buona pace dell’ego di ciascuna. Spirito di gruppo, avercene. E quante volte una notizia importante, personale o di attualità (dov’eri quell’11 settembre? Alla scrivania, scommetto) ci ha raggiunto in ufficio e il collega più attento, che ti ha visto improvvisa­mente euforica o coi lucciconi agli occhi ti ha chiesto “Ti va di fare due passi e ne parliamo?”.

È la vicinanza fuori le mura, non quella domestica, facilmente prevedibil­e, di un congiunto. È l’altro che diventa spalla, e non te lo dimentichi più. Un posto di lavoro è anche lo scoppio improvviso di una risata, o di una rissa per l’aria condiziona­ta in cui preghi che nessuno ti coinvolga.

METTIAMOLA A RIDERE

Oggi tutto è un po’ più spento, il confronto dettato dai tempi della chat e della connession­e che viene e va. Ora: l’ufficio non è il paradiso, ci sono colleghe con cui fila tutto liscio ora che stanno su Zoom e quando ne hai abbastanza, spegni la telecamera e ciao. Ma sono piccole comunità, scambi che scrivono sceneggiat­ure a volte perfette. Lo sanno bene gli autori di The Office. Ricordate? Sit com inglese firmata da Ricky Gervais, poi esportata negli Stati Uniti, era un ritratto lucido delle dinamiche e dell’umanità da scrivania: il lamentoso, l’inutilment­e entusiasta, il pettegolo, lo scansafati­che: esattament­e come nei nostri (passati) microcosmi. Bene, 15 anni dopo avrà un sequel al passo coi tempi. Titolo: Remote. Ambientazi­one: le case di ciascuno dei personaggi dell’ufficio che fu. «Stiamo sperimenta­ndo una nuova normalità e nuovi modi di rimanere connessi e produttivi nelle nostre case. Abbiamo pensato a un prodotto che porti un po’ di umorismo e consolazio­ne e che sia anche un modo di raccontare il mondo del lavoro», hanno spiegato i produttori. Se è vero - come dice l’Osservator­io Smart Working del Politecnic­o di Milano – che il lavoro da remoto è entrato nella nostra “working routine” per restarci (dopo l’emergenza quelli che almeno in parte lavorerann­o da casa saranno 8,2 milioni) questa nuova sit com sarà un successo.

Un “come eravamo” tenero e un po’ malinconic­o.

GLI AUTORI DELLA SERIE THE OFFICE progettano una nuova versione IN SMART WORKING

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