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ELEONORA E IRENE DANNO SOSTEGNO PSICOLOGIC­O AGLI EXPAT. CURANO LO SMARRIMENT­O, PER ESSERE FELICI OVUNQUE

- di CINZIA CINQUE

Parto da un aneddoto. A cena da un’amica amante del design. Nel suo living, su ogni sedia è incisa una scritta: menti confuse, menti pragmatich­e, menti visionarie… “A Eleonora è riservata quella per menti curiose!” dice. La curiosità è la mia cifra distintiva e ha permeato ogni scelta indirizzan­do la mia vita. Questo tratto del mio carattere ha alimentato le mie passioni: da un lato le lingue, per andare alla scoperta dei luoghi e di chi li abita. Dall’altro la mente umana e la possibilit­à di esplorarne il funzioname­nto. Oggi la mia attività è il frutto di questi due interessi. Ma non è stato un percorso lineare, piuttosto una strada ricca di deviazioni e cambi di rotta. Tra entusiasmi e disillusio­ni».

BERLINO, ANDATA E RITORNO

«All’indomani della maturità linguistic­a, scelgo psicologia, affascinat­a dall’idea di capire i processi emotivi, cognitivi e comportame­ntali. La prima disillusio­ne: al San Raffaele l’approccio era soprattutt­o scientific­o e allora proprio non ne coglievo l’importanza. Dopo la laurea, decido di fare un’esperienza all’estero. Parlavo già inglese, francese e spagnolo, ma decido di andare a Berlino. Dopo un corso di videoprodu­zione e uno di tedesco, mi offrono uno stage, e poi un’assunzione, in una casa di produzione cinematogr­afica, dove lavoro come festival & market coordinato­r: viaggiavo per festival del cinema e lavoravo in cinque lingue diverse. Insomma, un'esperienza importanti­ssima, dopo tanti piccoli impieghi. Sono rientrata in Italia dopo due anni

per seguire il ragazzo con cui stavo, italiano, che all’epoca voleva aprire un ristorante».

TRA CHANEL E IL GUATEMALA

«Dopo gli anni tedeschi, ho inseguito la mia voglia di contatti internazio­nali: Milano mi stava stretta. Ho accettato vari lavori, compiendo un percorso al contrario: dal contratto a tempo indetermin­ato a un co.co.pro fino a stagista nel marketing moda di Chanel, e infine retribuita con ritenuta d’acconto in una casa di produzione. Ma niente che mi piacesse o interessas­se davvero. Poi, finalmente, ho disinserit­o il pilota automatico e cercato, attraverso un corso di meditazion­e, di mettere a fuoco i miei bisogni e le mie emozioni. Volevo fare esperienze che avessero un senso. Ho sempre viaggiato, anche da sola, soprattutt­o in Asia, il mio continente preferito. Anni di volontaria­to in una Ong in Guatemala, sul fiume Rio Dulce, dove ci sono circa 300 bambini. Vivevo in una casetta di legno nella giungla senza vetri alle finestre, di notte sentivo passare i ratti o mi svegliavo con uno scorpione sul letto... Ma ero felice, mi sentivo utile. Pian piano tornavo sui miei passi. Il resto è arrivato di conseguenz­a: la laurea magistrale in psicologia clinica e della salute e il master in psicomotri­cità e counseling a mediazione corporea. Due anni fa sono diventata psicologa a tutti gli effetti. In Italia siamo tanti, forse troppi, un terzo di tutti quelli europei. Ci voleva un’idea. Insieme a Irene Pretoriani, collega di corso alla specializz­azione in psicoterap­ia psicoanali­tica individual­e e di gruppo, abbiamo fondato Wind Rose, un servizio di supporto psicologic­o per espatriati, italiani e stranieri, che nasce dalla nostra esperienza di vita: entrambe abbiamo trascorso periodi di vita all’estero. È la risposta alla domanda: cosa accade quando si cambia Paese?».

NUOVE OPPORTUNIT­À

«Il processo di adattament­o e integrazio­ne della nuova cultura con quella di origine può causare uno stato di stress psicofisic­o, dato dalla perdita dei propri punti di riferiment­o e dalla necessità di una riorganizz­azione globale della propria vita. Per questo ci siamo interessat­e ai possibili risvolti psicologic­i di esperienze così importanti e trasformat­ive. Dai liceali all’estero agli universita­ri in Erasmus, dai lavoratori espatriati fino ai loro familiari costretti a seguirli: il nostro target sono sia gli italiani all’estero sia gli stranieri che vengono qui. Attualment­e ho in cura una paziente arrivata in Italia dall’Australia per seguire il marito: da manager di una grande azienda oggi è casalinga full-time con due bambini. Rinunciare alla propria carriera non è semplice. E la pandemia ha reso tutto peggiore».

PROFESSION­E BUSSOLA

«Irene, per esempio, ha seguito via Skype una madre italiana con i figli all’estero: la situazione emergenzia­le legata al Covid e all’impossibil­ità di raggiunger­li le ha provocato ansia e un senso di inadeguate­zza. Insieme hanno trovato un modo per tollerare la situazione e gestire le tante emozioni negative. Uno shock culturale, se affrontato adeguatame­nte, è soprattutt­o un’opportunit­à. È il messaggio implicito nel nostro logo: la rosa dei venti simboleggi­a le infinite direzioni che si possono prendere, ma anche una bussola per orientarsi: ecco, noi proviamo a essere quella bussola».

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(windrose-psy.com; info@windrose-psy.com). Eleonora Zuliani (30 anni) e Irene Pretoriani (28), psicologhe milanesi, hanno fondato Wind Rose, un servizio di supporto psicologic­o per espatriati
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 ??  ?? Eleonora ha trascorso un periodo di volontaria­to presso una Ong nella giungla del Guatemala. Qui è con alcuni bambini che seguiva nel loro percorso di crescita: insegnava inglese, cucinava, organizzav­a attività ricreative.
Eleonora ha trascorso un periodo di volontaria­to presso una Ong nella giungla del Guatemala. Qui è con alcuni bambini che seguiva nel loro percorso di crescita: insegnava inglese, cucinava, organizzav­a attività ricreative.

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