Buoni propositi: dai, che si svolta
FARE GINNASTICA, SMETTERE DI FUMARE... AI SOLITI VECCHI PROGETTI AGGIUNGIAMO NUOVI OBIETTIVI. E BUTTIAMOCI NEL 2021 A TESTA ALTA (E DITA INCROCIATE)
Asecondo (o quasi) lockdown appena iniziato, abbiamo capito di soffrire d’una allergia. No, non quella al lievito madre: quella alle videochiamate, che contraddistingueranno il Lockdown I come i vestiti con le frange l’epoca Charleston. Però, anche dopo, abbiamo continuato a sentire la zia che vedevamo solo a Pasqua; l’amico a cui l’ultima volta avevamo passato la versione di latino in terza liceo; l’ex con cui speravamo… be’, quello forse si poteva evitare. Non dimentichiamoli. È il primo dei buoni propositi per il 2021. Ecco gli altri.
DIRE NO AL BINGE-WATCHING
Gli isolamenti c’hanno costretti a raschiare il fondo del barile (pardon: di Netflix). Quando tutto finirà, di tempo non ne avremo più così tanto. Molliamo le serie quando capiamo che non ci piacciono. Io lo farei con Ratched, Curon, The Politician 2, The Eddy, Summertime. Ho fatto il conto: sono 1.842 minuti. 30,7 ore. Che nessuno mi ridarà più.
NON INSEGUIRE LE STELLE...
…Michelin, s’intende. Ricordate quella volta che avete infornato il pain au chocolat? E quell’altra in cui vi siete detti che i ravioli cinesi al vapore li avreste fatti da soli? Ho imparato una lezione: il pain au chocolat l’ho fatto davvero, ma una volta; quando hanno riaperto i negozi, mi sono fiondato in pasticceria. Specializziamoci in una cosa sola che ci viene bene. Io scelgo i ravioli: emiliani, cos’avete capito…
TORNARE IN UN POSTO DEL CUORE
#torneremoaviaggiare è un hashtag in cui non abbiamo mai creduto. Anche perché quel volo che abbiamo provato a prenotare tra un blocco e l’altro ce l’hanno cancellato dopo pochi secondi. Costretti alle 4 mura, viaggiamo su Instagram coi mestissimi cancelletti: #tbt, #memories, #latergram. Scegliete un posto per il primo weekend possibile del 2021. Io dico Parigi, il luogo di (quasi) tutti i miei capodanni degli ultimi dieci anni. Se penso che il 1° gennaio non potrò essere alla Fondation Cartier a vedere la mostra in corso… ecco, non ci penso.
AMMETTERE CHE STIAMO MALE
Chiacchieravo con un attore italiano di notevole bravura, avrei potuto attaccare col solito «Com’è stato recitare in questa serie?», invece un semplice «Come stai?» è diventato una reciproca confessione di malessere. Un malessere comprensibile, superabile, ma pur sempre un malessere. Un terzo della conversazione è andato via così. Dicendoci: possiamo ammettere che stiamo male. Credo abbia fatto bene a entrambi.
TERZO PIANO, A SINISTRA
Sul tornare a fare acquisti nei negozi, mi sono messo il cuore in pace al terzo giorno di impallamento della app PosteID, primo step per accedere al servizio CashBack. Siamo un Paese che vive al di sopra delle proprie possibilità tecnologiche: s’annuncia lo sconto sulle spese “fisiche” di dicembre, ma con un sistema per cui è difficile inserire la carta d’identità. Ho deciso: i negozi li sostengo a domicilio, anche loro hanno capito che la spesa a casa è possibile. E pure senza app. Vi serve una pescheria?
SMART WORKING NON È UNA PAROLACCIA
Tutti gli amici che lavorano per aziende che, alla fine del Lockdown I, hanno fatto tornare i loro dipendenti in loco, ora c’hanno mezza azienda col Covid. L’Italia è una Repubblica fondata sul posto fisso, sulla scrivania inamovibile. Il 2021 è l’anno per riconsiderare l’eterno fantozzismo. Vedrete che, stando di più a casa, il caffè alla macchinetta coi colleghi sarà ancora più speciale.
INAUGURARE IL FORMAL FRIDAY
Liberarsi delle tute? Giammai! Proprio ora che abbiamo scovato negli anfratti dell’internet quelle che si camuffano da pantaloni da sera (quasi, dai). Facciamo così: se oggi per 4 giorni su 5 dobbiamo vestirci a modino e poi col Casual Friday liberi tutti, invertiamo le proporzioni. Per 4 giorni sì alla tuta, purché decorosa; per uno – il mercoledì? – l’abito serio. Un giorno per essere tutti bellissimi.
A-SOCIALIZZIAMOCI
Un sabato di dicembre, incrocio un’amica in coda alla pasticceria. Ci fermiamo a parlare un attimo e lei mi fa: «Ma ultimamente ti vedo/leggo molto meno sui social». E io: «Ma anch’io con te». Vedersi così, nell’attesa di una brioche alla crema, è stato molto più bello. Senza moralismi, ma traete voi le debite conclusioni.
NON LAMENTARSI PIÙ (ALMENO PER UN PO’)
Qualche anno fa ho tentato un esperimento. C’era questo braccialetto viola con scritto “Io non mi lamento”, veniva dal libro motivazionale A Complaint Free World. Il libro non l’avevo letto, ma mi misi il braccialetto e per un po’ non mi lamentai più. Il 2020 è stato «l’anno più brutto di sempre», come titola Time Magazine? Di certo lo ricorderemo. Non abbiamo fatto la guerra, ma i segni li avremo addosso per un po’. Proviamo a non parlarne più. A non sbuffare. A pensare, per l’anno venturo, a un mondo libero dai nostri lamenti. Possiamo farcela. Anche senza braccialetto viola.
SONO STATI I 12 MESI PIÙ BRUTTI DI SEMPRE? Di certo non li scorderemo. Ma proviamo A NON SBUFFARE PIÙ. Possiamo farcela