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Chiara Francini «Rimanere uniti è la nostra unica salvezza»

L’ATTRICE TOSCANA TORNA IN LIBRERIA CON IL CIELO STELLATO FA LE FUSA. UN DECAMERONE 2.0 PER PARLARE DEI TEMI PIÙ ATTUALI DEL MOMENTO

- di ELEONORA MOLISANI

Èmaggio, siamo a Campi Bisenzio, vicino Firenze, e in occasione del convegno

Cibo e cultura si sono riunite otto persone, accolte da Lauretta, la governante della villa, e dal gatto Rollone il Vichingo. Chiara Francini, protagonis­ta di spettacoli teatrali e film amati come Martin Eden o

Miracolo a Sant’Anna, torna in libreria con il suo quarto romanzo:

Il cielo stellato fa le fusa è la storia di quattro uomini e quattro donne che, a causa di un’emergenza mondiale, rimangono chiusi per sei giorni in una villa e, ispirandos­i al Decamerone di Boccaccio, si mettono a raccontare novelle. Albert, Angela, Mara, Vincent, Mario, Clara, Marlene e Gustav arrivano da mondi diversi tra loro e parlano di razzismo, emarginazi­one, omosessual­ità, amore e passione, tra aneddoti storici e ottimo cibo. La voce narrante è quella di un gattone dal pelo rosso, Rollone. Il libro, originalis­simo, è una commedia contempora­nea, la cui morale è che l’unica salvezza è la condivisio­ne.

Al quarto libro si può dire che, oltre che attrice, sei scrittrice?

«Ho sempre amato la letteratur­a e nel 2017 ho scritto il primo romanzo, Non parlare con la bocca piena. Non mi sarei mai aspettata che piacesse al pubblico e alla critica. Mi ha fatto capire che alla base della mia sopravvive­nza c’è la comunicazi­one, il dialogo con i lettori. Nei personaggi metto i miei colori, e mi piace che la gente si identifich­i, percependo che, pur avendo diverse sfumature, alla fine veniamo tutti dalla stessa tavolozza. Non smetterò mai di scrivere. Amo la recitazion­e, ma lì lavori dentro paletti prestabili­ti. La scrittura è libertà assoluta, condivisio­ne della tua visione della vita. Fonte di scoperta e di conoscenza continua».

Hai dedicato il libro “Ai diversi. A tutti noi”. Che significa?

«Nel libro cito la poesia di Sandro Penna: “Felice chi è diverso, essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune”. La differenza non deve essere sinonimo di diseguagli­anza, ma diritto di potersi mostrare per come siamo. Oggi si tende a omologarsi, invece dovremmo essere fieri dei nostri difetti, delle imperfezio­ni. Di tutto quello che ci rende esemplari unici e irripetibi­li».

Per scrivere i protagonis­ti ti sei ispirata a persone che conosci o a personaggi che hai interpreta­to?

«Amo le descrizion­i, potrei scrivere pagine e pagine solo di descrizion­i. Dentro i dieci personaggi (otto più Lauretta, la governante, e il gatto Rollone) ci sono io, con le mie sfaccettat­ure. In Lauretta c’è la saggezza “pane e olio” delle donne toscane; in Albert la mia malinconia; in Mario la mia ironia; in Clara il mio essere schietta ma riservata sul mio privato. E poi ci sono i miei migliori amici: lei sarda e lui napoletano. Insomma, ho cercato di mettere nel romanzo tutti i colori dell’umanità».

A un certo punto scrivi: “La donna a volte è costretta a essere stronza”. Che cosa intendi?

«Uso la parola stronza per dire che noi donne dobbiamo “disviare”. Siamo abituate a rispettare le regole, ma ormai siamo fuori dai ruoli di una volta, siamo creature nuove e multiformi. Possiamo permetterc­i di essere ambiziose, libere di esprimerci. Quindi “essere stronza” per me significa concedersi di deviare, di palesarci per quello che siamo, senza condiziona­menti».

Teatro e cinema. Cosa bolle in pentola per l’anno nuovo?

«Ho terminato le riprese di Altri padri, per la regia di Mario Sesti, in cui recito il ruolo della protagonis­ta, che vive la fine di un amore. Ho ultimato anche le riprese

VOCE NARRANTE? UN GATTO. PERCHÉ i gatti non fingono, DICONO SEMPRE LA VERITÀ

di Addio al nubilato, di Francesco Apolloni, che parla del sentimento supremo, quello dell’amicizia. In teatro ricomincer­ò a girare con L’amore segreto di Ofelia, di Steven Berkoff, diretto da Luigi De Angelis. E con Coppia aperta quasi spalancata, di Dario Fo e Franca Rame, diretto da Alessandro Tedeschi, che l’anno scorso ha fatto sempre il tutto esaurito». Rollone, voce narrante del romanzo, è solo uno dei tuoi cinque gatti. Perché li ami così tanto? «Ernest Hemingway diceva che i gatti hanno “onestà emotiva assoluta”. I gatti non fingono i sentimenti, proprio come me. Per me il punto di arrivo e di partenza è sempre la verità». Se a causa della pandemia dovessi rimanere bloccata in una villa, con chi vivresti il tuo Decamerone 2.0? «Con il mio compagno svedese Frederick Lundqvist, con cui sto da quindici anni. Con gli amici veri, quelli di sempre. E con dell’ottimo cibo, come nel romanzo: amo molto mangiare, anche se non sono brava a cucinare». Viviamo un momento storico difficile. Che cosa ci salverà? «Dall’esperienza della pandemia uscirò ancora più convinta che l’unica cosa che ci salverà è la condivisio­ne. Capire finalmente che non ci si salva da soli, ma insieme. Come se fossimo tutti un solo corpo e una sola anima».

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Chiara Francini 40 anni, attrice e scrittrice toscana.
 ??  ?? Il cielo stellato fa le fusa, di Chiara Francini (Rizzoli, € 18).
Il cielo stellato fa le fusa, di Chiara Francini (Rizzoli, € 18).

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