First Ladies Omaggio alle signore di Washington
NELLA CAPITALE AMERICANA, UNA MOSTRA CELEBRA LE DONNE ACCANTO AI PRIMI 45 PRESIDENTI USA. L’ALTRA FACCIA DEL POTERE, CHE PASSA ANCHE ATTRAVERSO DUE SECOLI DI STORIA DEL COSTUME
Èpassata alla storia la frase di John Kennedy, che durante una visita di Stato a Parigi si definì «l’uomo che accompagna Jackie». D’altra parte, ovunque andasse, l’attenzione di tutti
(in questo caso del presidente francese Charles De Gaulle) era per quella first lady bella, colta e sempre elegantissima. A Jacqueline Lee Bouvier e a tutte le altre “prime signore” della storia americana, è dedicata la mostra Every Eye Is Upon Me: First Ladies of the United States, alla National Portrait Gallery di Washington fino al 23 maggio. Curata da Gwendolyn DuBois Shaw, riprende nel titolo una frase scritta nel 1844 da Julia Gardiner, seconda moglie del presidente John Tyler, in una lettera alla madre: «Tutti gli occhi sono puntati su di me». E ancora non esistevano i paparazzi. L’esposizione è attualmente chiusa a causa del Covid, ma la buona notizia è che si possono ammirare dipinti, disegni, fotografie, abiti e accessori anche online (firstladies.si.edu/gallery).
DA MARTHA A MELANIA (E JILL) Da Martha Washington, la prima a ricoprire il ruolo nel 1789, a Melania Trump, si ripercorrono 230 anni di storia americana. La prossima a lasciare il segno? Jill Biden, che all’Inauguration Day del 20 gennaio ha indossato un outfit celeste con inserti di velluto di Alexandra O’Neill, stilista emergente newyorkese. Lo stesso colore scelto quattro anni prima da Melania Trump per il modello di Ralph Lauren che ricordava molto i look di Jackie Kennedy. A proposito, nonostante lo stile francese, anche gli abiti di Jackie erano in realtà Made in Usa, confezionati apposta per lei a New York da Chez Ninon, boutique “autorizzata” a copiare le creazioni degli stilisti parigini (che mandavano bozzetti e tessuti). Era firmato Chez Ninon anche il tristemente famoso tailleur rosa che la first lady indossava a Dallas il 22 novembre 1963, giorno dell’assassinio di John Kennedy.
HAUTE COUTURE VS LOW COST
Amava il rosso Nancy Reagan, tanto che la sua tonalità preferita venne ribattezzata Reagan Red. Consapevole del potere del glam, per il monospalla di James Galanos indossato al ballo dell’insediamento spese ben 10mila dollari (era il 1981). Tra le dame del passato non scherzava neanche Mary Lincoln, capace di ordinare alla sua sarta una dozzina di abiti alla volta. Più accessibile lo stile di Michelle Obama: la prima First Lady afroamericana ha sempre alternato i capi firmati a quelli low cost da poche decine di dollari (subito sold out), puntando su stampe floreali, color block e tinte vivaci, con le braccia lunghe e toniche spesso in mostra. Per il ritratto ufficiale (nella pagina accanto) ha scelto un modello di Milly della collezione P/E 2017, ispirato all’uguaglianza razziale e delle persone LGBT. A Washington, oltre al dipinto dell’artista afroamericana Amy Sherald, è esposto anche quel vestito. Andando indietro nel tempo, troviamo lo stile classico e rassicurante di Eleanor Roosevelt e il bon ton fine anni Sessanta di Pat Nixon. Hillary Rodham Clinton ha invece portato alla Casa Bianca i completi da donna in carriera degli anni Novanta. Del resto, il suo ruolo era decisamente più politico rispetto a quello delle prime signore che l’avevano preceduta. I tempi cambiano. E Jill Biden, anzi la dottoressa Biden, ha già annunciato che continuerà a insegnare.
KAMALA: FIRST ANCHE LEI
Menzione speciale per Kamala Harris, anche se con la mostra non c’entra niente. La prima Madame Vice President per il giuramento ha scelto il viola, tonalità che nasce dal mix di rosso e blu, i colori simbolo di repubblicani e democratici. Un messaggio per dire che rappresenterà tutti gli americani. Chissà se un giorno vedremo una mostra con gli abiti delle vicepresidenti. E perché no, magari anche di qualche donna presidente. La strada è aperta.
GLI ABITI made in Usa di JACKIE KENNEDY erano copie di modelli francesi