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All you need is Basilea

METTI NELLA TUA LISTA DEI DESIDERI UN WEEKEND NELLA CITTÀ SVIZZERA. TRA MUSEI AVVENIRIST­ICI, MOSTRE, RISTORANTI E HOTEL DI DESIGN, SCOMMETTIA­MO CHE TI DIVERTIRAI UN MONDO?

- di CRISTIANA GATTONI

Successe nel 1967: due quadri di Picasso, in prestito al Kunstmuseu­m Basel, stavano per essere venduti all’estero dal proprietar­io, un collezioni­sta che si era ritrovato in bolletta. I giovani basilesi non potevano tollerare una simile perdita: scesero in piazza al grido di «All you need is Pablo» e alla fine riuscirono a convincere l’amministra­zione cittadina a spendere più di otto milioni di franchi per l’acquisto delle due opere d’arte (lo stesso Picasso fu così colpito da questa cosa che decise di regalare alla città tre quadri e un disegno). Da quella protesta sono passati anni, ma sulle rive del Reno la passione per l’arte e il design brucia ancora: prova a chiedere a un basilese come ha vissuto la pandemia e le chiusure, e sicurament­e ti parlerà della fitta al cuore provata quando, lo scorso giugno, hanno cancellato Art Basel (per l’edizione 2021 della fiera d’arte più grande del mondo bisognerà attendere settembre).

DA MONET ALLE ARCHISTAR

Arte, arte e poi ancora arte. Basti pensare che nessun’altra città europea ha una concentraz­ione così alta di musei: su una superficie di 37 kmq (con i suoi 170mila abitanti, Basilea ha le dimensioni di una cittadina) se ne contano oltre quaranta. Qui in un weekend puoi ammirare un Matisse o un Van Gogh nelle sale del citato Kunstmuseu­m (rinnovato nel 2016, ingresso € 25, kunstmuseu­mbasel.ch), catapultar­ti in meno di mezz’ora nella verdissima periferia per esplorare la

Fondazione Beyeler, scrigno progettato da Renzo Piano che custodisce pezzi di Warhol, Giacometti, Monet, Bacon, Chagall e

molti altri (€ 25, fondationb­eyeler. ch), e da lì incamminar­ti lungo il sentiero Rehberger-Weg, un percorso di circa 5 km dove installazi­oni e sculture dialogano con una paesaggio fatto di prati verdi, vigneti e frutteti, per arrivare infine al Vitra Campus in Germania (Basilea è a due passi sia dal confine tedesco che da quello francese), con la sua collezione unica di architettu­ra contempora­nea (vitra. com). E poi ancora questo fiume d’arte prosegue in pieno centro al museo Jean Tinguely (progettato da Mario Botta), all’Antikenmus­eum o

al Museum der Kulturen, per debordare nelle strade e negli edifici di questa città che, da grande cultrice della creatività, si è prestata negli anni a diventare laboratori­o per archistar e designer. A questo proposito un basilese potrebbe dirti (scherzando ma neanche troppo) che ci sono dei quartieri dove, guardando i citofoni, leggerai solo nomi di architetti.

QUARTIERI IN FERMENTO

L’elemento più evidente di questa frenesia architetto­nica sono le torri Roche, progettate dal duo locale delle meraviglie Herzog & de Meuron: la prima, con la sua forma a vela che sembra pronta per essere varata sulle acque del Reno, è stata inaugurata nel 2015. La seconda, con i suoi 205 metri di altezza, sarà completata nel 2022. Se sei un’appassiona­ta di vecchie aree industrial­i, da non perdere il Dreispitz, un tempo sede di enormi magazzini, oggi destinata a diventare un avvenirist­ico quartiere residenzia­le (qui si trova anche la Hek, la “Casa delle arti elettronic­he”, museo e centro culturale molto up to date; hek.ch). Tornando in centro, la novità più elettrizza­nte è senza dubbio lo Stadtcasin­o (per la programmaz­ione: stadtcasin­obasel.ch), grandiosa sala da concerti riaperta pochi mesi fa dopo un ampliament­o e una ristruttur­azione targata dai “soliti” Herzog & de Meuron. Lo studio basilese è dietro

anche al rinnovo della Volkshaus, edificio del 1925 oggi convertito in brasserie, spazio per eventi e (da poche settimane) boutique hotel: qui il risultato è un ambiente intimo che fa tanto bistrot parigino, dove assaggiare piatti che mescolano la tradizione svizzera alla gastronomi­a francese (volkshaus-basel.ch).

Insomma, bastano poche ore tra le vie di questa città per capire che qui arte e design plasmano la vita di tutti i giorni, compreso mangiare, bere e divertirsi: puoi fare un aperitivo al Volta Bräu (voltabraeu. ch), locale super rustico, e intanto goderti la vista sul campus Novartis

(il secondo colosso farmaceuti­co con sede a Basilea), ennesima area in grande fermento dove, entro il 2030, sorgerà una città nella città. Puoi andare a far nottata al Bar Rouge (barrouge.ch), all’ultimo piano di quel gigante di vetro e acciaio che è la Messeturm. Puoi addirittur­a prendere una Bentley ricoperta di graffiti e regalarti un tour all’insegna della street art

(info presso l’hotel Les Trois Rois: lestroisro­is.com). E infine chiudere la giornata andando a dormire all’Hotel Nomad, dove pure i bagni traboccano di dettagli da design addicted (nomad.ch).

GIOVANE NEL CUORE

Dopo questa indigestio­ne di modernità, sembra strano a dirsi ma Basilea ha un centro medioevale fatto di vicoli, case a graticcio, cattedrali e negozietti d’altri tempi.

Lungo la via Spalenberg, ad esempio, troverai boutique super chic e il punto vendita di Johann Wanner, l’artigiano del Natale che è stato chiamato ad addobbare abeti alla Casa Bianca e a Buckingham Palace (johannwann­er.ch). Mentre alla confiserie Schiesser, affacciata sull’antico municipio, potrai concederti un assaggio dei tipici läckerli (biscottini speziati) tra boiserie e tende di velluto: capirai al volo perché l’hotel più famoso della città, sull’ingresso, abbia voluto scrivere “rich in history, young at heart”. Ricco di storia ma giovane nel cuore, proprio come Basilea (info basel.com e svizzera.it).

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La torre Roche sulle rive del Reno, uno dei simboli della nuova Basilea. SKYLINE
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