Della danza
Con stelle internazionali del balletto e ospiti speciali
A 15 anni è stato notato da Rudolf Nureyev.
«L’ironia è fondamentale nella vita, ed è importante anche tra noi ballerini perché crea complicità. E poi, se noi ci divertiamo anche il pubblico si diverte».
Però ha avuto sempre poco tempo per farlo. A 12 anni è entrato alla scuola di ballo del Teatro alla Scala. Una vita dedicata alla danza, la sua.
«Sicuramente sono un tipo serio, concentrato, dedicato al lavoro, però mi piace stare con gli amici, dai...».
Da ragazzino avrà almeno approfittato del suo talento per fare colpo alle feste...
«Ma va’, alle feste c’erano i miei compagni di corso di ballo ed erano tutti bravi».
Vabbè, allora si giocherà il jolly adesso.
«Ora hanno tutti aspettative altissime, ma io non sono come John Travolta in “La febbre del sabato sera”! Certo, mi so muovere meglio di altri, ma non aspettatevi un ballerino pop».
Ho capito, non è il Justin Timberlake dei party. «Ah, lui mi piace tantissimo». E le piacciono anche i talent di canto e ballo, «Amici» per esempio?
«Sì, e credo che siano anche molto utili per avvicinare il pubblico della televisio- ne ad arti che possono risultare più di nicchia. E poi mi piace il messaggio che trasmettono: lavoro, impegno, sfida con se stessi, risultati che arrivano grazie alla fatica. Non come nei reality, quelli proprio non mi piacciono».
E «Ballando con le stelle»? Nonostante l’impegno, certi concorrenti le strapperanno una risata...
«Alcuni sono un po’ rigidi, è vero, però anche quello meno portato per il ballo vedi che si impegna e puntata dopo puntata riesce a fare cose che prima non immaginava. Io lo apprezzo molto. E poi non tutti sono ballerini. A “Ballando” ci sono i bravi e i meno bravi e ognuno può identificarsi con il concorrente che sente più simile a sé». L’ultimo concerto che ha visto? «Quello di Jovanotti, fantastico». Mi canta una sua canzone? «Noooo, non sono proprio capace a cantare, altrimenti lo avrei fatto anche nel mio show».