Francesco Gabbani
Ecco perché non ha vinto all’ Eurovision ...
Lasciateci sgombrare il campo da un malinteso: Francesco Gabbani all’Eurovision Song Contest ha fatto una bellissima figura. Sempre sorridente e sereno, ha portato in Europa una carica di colorata allegria. E il pubblico ha risposto alla grande: tutti, a Kiev, conoscevano «Occidentali’s karma» a memoria e molti fan da mezza Europa si sono presentati nell’arena muniti di maschere da scimmia o di scimmiette di peluche.
Ma un po’ di delusione resta: fino a una settimana prima l’Italia sembrava imbattibile, eppure siamo arrivati sesti. Perché?
Le spiegazioni sono molteplici. La prima riguarda le giurie: non potendo votare il proprio Paese, per favorirlo spesso tendono a penalizzare i più forti. Ma siamo arrivati sesti anche al televoto «puro», quello dei telespettatori, segno evidente che la vittoria era davvero lontana: forse ci ha penalizzato anche la (discussa) regola per cui l’Italia e altre quattro nazioni ( le « Big five » ) cantano direttamente in finale, faticando a entrare nel cuore della gente.
Cosa che ha fatto, invece, il portoghese Salvador Sobral: con un brano diverso dagli altri, un’esibizione struggente e la sua fragilità segnata dalla malattia (di cui però non si conoscono i dettagli) ha conquistato davvero tutti.
Cosa resta, quindi, di questo Eurovision? Forse la sensazione che abbiamo ancora da imparare sui rapporti «tattici» con le altre nazioni. O forse che dovremmo gareggiare solo per il gusto di farlo. Dando il meglio, sempre, come ha fatto Gabbani, senza aspettarci nulla di più.
Il successo di ascolti su Raiuno (vedi pag. 12) intanto dice che l’Eurovision è tornato ad appassionare gli italiani. Siamo pronti a rifarci: ci vediamo tra un anno in Portogallo.