Quest’anno a Sanremo va di moda il rosso
L’onomastica dei partecipanti al prossimo Festival è piena di colori e prevale il rosso. Nulla di strano, l’Italia è ricca di cognomi (almeno 300) che si rifanno a questo colore e i due più diffusi sono, com’è noto, Rossi e Russo (ossia rosso nei dialetti del Sud). Però fa un certo effetto vedere gareggiare Luca Barbarossa, Renzo Rubino (cognome che è una sfumatura di rosso), Red Canzian (qui il nome d’arte Red, cioé rosso, risale a quando Bruno, prima dei Pooh, suonava nei Capsicum Red, che vuol dire peperoncino piccante). Poi c’è Noemi, che di rosso ha i… capelli!
Ci sono perfino... The Kolors
Completano il quadro cromatico dei Big Fabrizio Moro («cognome d’arte» che significa scuro, a proposito del colore della pelle) e Mario Biondi (nome d’arte di Mario Ranno). Vale la pena ricordare che il vero nome di Ron è Rosalino (Cellamare), mentre il chitarrista e tastierista dei Le Vibrazioni si chiama Stefano Verderi, dai comuni lecchesi Verderio Superiore e Inferiore il cui «verde» allude a un giardino. Per finire, ci sono in gara i The Kolors. Manca solo Emma Marrone: pazienza.
Tra teologi e pentole!
Senza colore, ma molto interessanti, altri cognomi di Sanremo: Facchinetti viene da facchino, parola araba che in origine designava il teologo, poi lo scriba e infine il trasportatore di merci. Zilli, nome d’arte di Maria Chiara Fraschetta, proviene invece da Egidio, nome greco che significa capretto, e Vanoni da Vanni, dunque Giovanni. E a proposito di Giovanni, «Caccamo» in siciliano e calabrese indica una specie di pentolone, che veniva usato molto tempo fa dai pastori.