Pure nell’antica Roma il problema era il traffico
In un’economia come quella romana delle origini, fondata su agricoltura e pastorizia, impegnare un alto numero di uomini in lunghe guerre poteva significare la catastrofe. Per questo motivo nei primi anni di Roma i conflitti duravano pochi giorni o addirittura ore per permettere agli uomini di fare ritorno a campi e orti.
Poi le cose cambiarono e gli eserciti diventano stabili e numerosi; solo intorno al 406 a.C., però, il Senato riconobbe ai soldati un compenso. Fino ad allora tutte le spese erano state a carico dei combattenti.
Nel 264 a.C, quando Roma decise di muovere guerra a Cartagine, ebbe un problema: la mancanza di una flotta all’altezza di quella, imponente e ben organizzata, del nemico. Venuti in possesso di una nave cartaginese finita in secca, i Romani la copiarono e in soli 60 giorni costruirono ben 120 imbarcazioni da guerra.
Anche nella Roma antica il traffico era un problema, e così nel 45 a.C. venne vietato il passaggio diurno dei carri in città. Anche all’epoca però vennero ammesse eccezioni per i magistrati, le vestali e i maggiorenti.
In origine il calendario contava 10 mesi e iniziava a marzo: ecco perché gli ultimi mesi si chiamavano (come oggi) settembre, ottobre, novembre e dicembre. Si passò ai 12 mesi solo nel II secolo avanti Cristo.