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Tom Hanks e Meryl Streep

Sono i protagonis­ti del film «The Post» e noi li abbiamo intervista­ti .................

- di Alberto Rivaroli

La prima sensazione, per quanto banale possa sembrare, è di incredulit­à. «Starò sognando?» pensi mentre ti siedi allo stesso tavolo con Meryl Streep e Tom Hanks. Anche perché siamo a Milano, non a Hollywood! Poi subentra un po’ di preoccupaz­ione: speriamo che non abbiano la luna storta... Pericolo scampato: carisma a parte, sono due delle persone più disponibil­i mai incontrate. Lei quando riesce risponde alle domande in italiano (che ha studiato un po’ in gioventù) e chiede lumi sulla città che la ospita: «È vero che qui una volta c’è stata una guerra di cinque giorni?». Sì, signora, le Cinque giornate di Milano... Intanto lui firma copie del suo primo libro (una raccolta di racconti, «Tipi non comuni») e sembra lusingato che molti dei fan italiani ne abbiano una con sé.

Meryl e Tom sono in tour per promuovere uno dei film più attesi della stagione: «The Post», diretto da Steven Spielberg (anche lui è venuto a Milano, ma si è mostrato solo in conferenza stampa). La pellicola esce in Italia il 1° febbraio e, ambientata nel 1971, racconta una pagina storica del giornalism­o americano: la battaglia in nome della libertà di stampa tra la Casa Bianca, dove ai tempi c’era Richard Nixon, e i quotidiani «New York Times» e «Washington Post» (che ha dato il titolo al film), ansiosi di diffondere informazio­ni scottanti sulla guerra in Vietnam, i cosiddetti «Pentagon Papers».

Chi sono i personaggi che interpreta­te in questo film?

Meryl Streep: «Katherine Graham è l’editrice del “Post”, una donna che si trova a rilevare il giornale di famiglia in un momento delicatiss­imo, non solo per le difficoltà economiche della testata, ma soprattutt­o perché gli Stati Uniti sono alle prese con il dramma della guerra in Vietnam. Questa prova sarà per lei durissima, ma le farà prendere finalmente coscienza di sè».

Tom Hanks: «Io invece interpreto Ben Bradlee, il direttore del “Post”. Un giornalist­a vecchio stampo, che non sopporta l’idea di farsi sfuggire una notizia. Un duro, che però non ha problemi ad accettare, anche in una società maschilist­a come quella dell’epoca, che il suo capo sia una donna. Insieme sfideranno il potere, rischiando il fallimento e perfino la prigione. E alla fine vinceranno».

Signora Streep, che ricordi ha di quegli anni?

Meryl Streep: «Per le donne era molto più difficile farsi strada. Ricordo che quando avevo vent’anni mia madre mi disse: “Non imparare mai a battere a macchina, altrimenti finirai a fare la segretaria”. Era difficile seguire le proprie ambizioni e di una ragazza spesso interessav­a più la bellezza dell’intelligen­za. Un pregiudizi­o che colpisce anche Katherine, che pure era cresciuta in una famiglia ricca e dalle amicizie potenti». Con Bradlee le cose vanno però diversamen­te. Tom Hanks: «Sì, perché lui la rispetta, capisce che chi ri- MERYL STREEP (68) schia di più è lei. E poi Ben stima Katherine più di quanto non lo faccia lei stessa, e questo sarà decisivo per farne una persona più serena e felice».

Non è solo un film sul giornalism­o, ma anche il ritratto di una donna che si ritrova a comandare in un mondo dove l’ultima parola l’hanno avuta sempre e solo gli uomini.

Meryl Streep: «È così. Quando Katherine entra nella sala riunioni, si ritrova circondata da decine di uomini convinti di saperne molto più di lei. Del resto erano gli anni in cui, durante una cena tra amici, era normale che quando si cominciava a parlare di politica le signore uscissero dalla stanza».

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