Gerry Scotti
GERRY SCOTTI racconta le sue vacanze: «D’estate posso alzarmi con calma e andare in bici al bar per un caffè. E vivere un’avventura in moto»
Le sue vacanze su due ruote ................
Gerry, lei è un tipo preciso. Cos’è tutto questo disordine?
«Succede ogni estate. Sono appena tornato da una vacanza in Sicilia, appena il tempo di disfare le valigie, riempire i borsoni della moto e ripartire con gli amici. Solo che nei borsoni della moto ci entra la metà delle cose. In qualche modo faremo, come ogni anno». Destinazione? «Corsica». L’ultima telefonata di lavoro?
«Poco fa mi ha chiamato il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri. Era solo un saluto prima delle ferie, ma alla fine abbiamo iniziato a parlare della nuova stagione tv. E lì io ho detto: “Sono qui in bermuda, voglio pensare solo alle vacanze. Parliamo di tutto a settembre”. Il direttore mi è sembrato d’accordo...». Allora torniamo alle vacanze. Gerry, è estate se...
«Posso svegliarmi con calma e andare in bici al bar per bere il caffè stendendo sul tavolino una copia della “Gazzetta dello Sport”. Rigorosamente cartacea, possibilmente ancora ben stirata e profumata d’inchiostro». Ora però sta partendo per un’avventura in moto. «La motocicletta è forse la più antica delle mie passioni». Oltre alla televisione. «No, oltre al Milan. Anzi, il Milan forse è arrivato ancora prima, è un amore che mi ha trasmesso il mio papà quand’ero bambino ». Partirà contento, avete comprato Higuain. «Molto contento. L’ho invidiato ai tifosi del Napoli e negli ultimi due anni ai “gobbi” ( l’appellativo con cui i tifosi non juventini apostrofano quelli juventini, ndr). Era proprio l’attaccante che ci serviva». Torniamo al viaggio in moto.
«I miei amici sono molto più appassionati di me. Loro sono duri e puri, gente che va a Barcellona in giornata per prendere l’aperitivo ( ride). Io, per motivi di età e di stazza ho dovuto... ammorbidirmi. Per chi ne sa, mi difinerei ormai un “Cafè racer” ( termine dispregiativo nato nell’Inghilterra degli Anni 60 per definire i centauri della domenica, quelli che
amavano parcheggiare la propria moto fuori dai locali per farla ammirare, ndr) ». Che tipo di moto guida?
«Ho passato tutta la gioventù a sognare ogni nuovo modello, passando ore nei saloni e nei concessionari. Ora che ho delle possibilità mi sono tolto qualche sfizio. Diciamo che possiedo un “Ciao” e una Harley Davidson, e alcuni dei modelli tra questi due estremi. Compresa la mia preferita, una vecchia Zundapp da fuoristrada. Non è il caso che la guidi spesso, soffro di mal di schiena. Ma è bello sapere che se mi va è lì ad
aspettarmi». Lei e i suoi amici partite con le rispettive signore? «Certo, anch’io sarò con Gabriella ( Perino, sua compagna dal 2004, ndr). Però quando uno immagina una vacanza tra amici con le moto...
«La fermo subito. Le nostre signore sono tutte vere appassionate. Gabriella è motociclista a sua volta. Certo, nello stare su una sella per ore loro hanno meno resistenza di noi. E quindi ogni tanto noi “ragazzi” ci faremo un giretto in solitaria...». Lo sa che ora le tocca par-
lare un po’ di lavoro, vero?
«Inizio con una notizia: tornerò in onda domenica 9 settembre con “Caduta libera”. Poi più avanti arriverà “The Wall”. E abbiamo già registrato le prime puntate nuove di “Tú sí que vales”. È stata come una rimpatriata di vecchi amici». Mancava qualcuno. «Uso Sorrisi per augurare a
Mara Venier buona fortuna per la sua nuova avventura a “Domenica in”. La sua allegria e la sua ingenuità mi mancheranno». Al suo posto c’è Iva Zanicchi.
«Un grande acquisto, la considero un’amica. È la collega con cui da sempre mi fermo a chiacchierare nei corridoi di Mediaset. Amo
la sua freschezza».
Antonio Ricci la vuole per un intero ciclo di conduzione di «Striscia» in coppia con Michelle Hunziker.
«Ad Antonio non ho mai detto di no e non lo dirò neanche in questo caso».
Dopo Natale?
«O all’inizio della primavera. In quel periodo dovrei essere in onda tutti i giorni anche con il gioco preserale, mi toccherebbero gli straor- dinari. Ma tutto si può fare».
Parliamo un po’ del Gerry telespettatore.
«Quest’anno è scontento».
Di cosa?
«Un po’ di tutto: della Rai che invece di fare servizio pubblico insegue e imita Mediaset, di Mediaset che mette in onda alcuni programmi che, diciamo così, non mi fanno proprio impazzire. E ancor più delle pay tv: l’unica cosa semplice in una tv in continuo cambiamento era il calcio. Ora per essere sicuri di poter vedere tutte le partite bisogna essere clienti di due diverse tv e avere una connessione veloce a Internet. Secondo me stanno sbagliando tutto, rischiano di scoraggiare molti abbonati».
Sarà la grande rivincita dei bar e delle osterie.
«Già. Magari la gente riscoprirà il piacere di vedere le partite a un tavolino con un bicchiere di vino, commentando le azioni con gli altri avventori. In fondo io le partite le ho sempre viste così. Solo che l’osteria era casa mia: io pago l’abbonamento e gli amici, da quelli delle scuole medie ai colleghi di radio e tv, arrivano giusto prima del fischio d’inizio».
Comodo, così.
«Va detto che non arrivano mai a mani vuote. Una torta, un salame, una bottiglia di vino. Alla fine è un banchetto. E nel cambio mi sa che ci guadagno io. Se non fosse che alla fine scatta la partita a ramino, e lì mi spennano sempre» ( ride).
Cosa pensa di Netflix?
«Che poter guardare un programma quando si vuole risolve molti problemi. I nostri ragazzi la tv ormai la guardano quasi solo così. E devo dire anche che molte serie sono fantastiche. Ma la tv non è fatta solo di telefilm».
Se lo immagina un suo show su Netflix?
«Non so se su Netflix, ma l’idea di un Gerry “on demand” non mi dispiacerebbe!». ■