Di Freddie Mercury ho tutto tranne i denti
IL FILM SUI QUEEN Arriva nei cinema Bohemian Rhapsody, che farivivere la storia della mitica band. E il protagonista Rami Malek rivela...
F «reddie Mercury? O lo ami o lo odi. E io l’ho amato. Di più: sono diventato lui». Rami Malek non esagera: l’attore interpreta il compianto leader dei Queen nel film «Bohemian Rhapsody» e la somiglianza è incredibile. Non solo nell’aspetto, ma anche nello sguardo e nei movimenti. Un risultato ottenuto grazie a un’applicazione ai limiti del maniacale. Come si fa a «diventare Freddie»?
«Ho iniziato a prepararmi a mie spese, prima ancora che i produttori confermassero che il film si sarebbe fatto. Due mesi a studiare ogni intervista, video, concerto dove apparisse Freddie Mercury. Volevo parlare come lui, ridere come lui, o anche solo accendere una sigaretta come lui».
Imitarne la voce è facile?
«Nulla è stato facile in questo film!».
E i gesti da trascinatore?
«Quello che ho capito subito è che non ci serviva un coreografo, perché Mercury non faceva passi di danza in senso tradizio- nale. La sua era una eleganza innata, basata sull’agilità di un fisico atletico e flessuoso. Mi sono affidato a una studiosa di “linguaggio del corpo”».
Chi era per lei Freddie Mercury?
«Mi sono riconosciuto nella sua storia di immigrato che lotta per capire la propria identità e farsi accettare in un Paese straniero: lui veniva da Zanzibar, io vengo dall’Egitto. Quanto all’aspetto musicale che posso dire? Era un Dio della musica. Un predestinato».
Era anche un personaggio molto discusso.
«Per forza. Frasi come “il mio hobby è il sesso” non potevano non dare fastidio a qualcuno. Soprattutto se le metti davvero in pratica... Gli eccessi erano parte di lui e del suo sogno».
La morte di Freddie fu tragica: contrasse l’Aids.
«Con il regista ce lo siamo detti subito: non possiamo scegliere solo le parti felici. Questa è la sua storia, fatta di trionfi e di lacrime».
Gli altri Queen hanno partecipato al progetto?
«Sono stati incredibilmente collaborativi. Ricordo il nostro primo incontro