LUCIO È IL MAGO DELLA TECNOLOGIA
Che tipo è Lucio? «Un carabiniere esperto di computer e tecnologie. Mentre i miei colleghi fanno pedinamenti e operazioni sul campo io li coordino e assisto dalla postazione base». Questa è la tua prima fiction importante? «In passato ho fatto tanti lavori ma a questo ruolo sono particolarmente legato perché mi sono trovato bene con tutto il gruppo. Il fatto di essere stati un mese insieme in Messico in questo senso ha avuto la sua importanza». Altri ruoli di cui sei particolarmente orgoglioso? «Una cosa di cui vado fiero è “20 sigarette” di Aureliano Amadei, che si trovava a Nassirya quando c’è stata la strage di soldati italiani ma è sopravvissuto e ha voluto raccontare la sua storia. Ho fatto anche diverse esperienze internazionali. Due anni fa ho recitato nel film “Inferno” di Ron Howard». Com’è scattata la passione per la recitazione? «Fin da bambino sognavo di fare questo mestiere. La scintilla, però, è scattata quando ho visto “E.T.”: era la prima volta che andavo al cinema e me ne sono innamorato. Però soltanto dopo la laurea in Giurisprudenza ho provato a vedere se la mia passione potesse trasformarsi in un mestiere. Mi hanno preso in un teatro di Genova, poi mi sono trasferito a Roma e ho iniziato a fare alcune cose per la tv. La primissima è stata “Il bello delle donne“ormai 20 anni fa…». Che persona sei? «Sono tranquillo, curioso, ottimista e affidabile. Amo stare in compagnia, leggere, ascoltare musica, fare sport di squadra. Mi piace la fotografia e cucinare: il mio piatto forte è il risotto, ma anche la pizza e la farinata. Per la gioia della mia compagna...».