TV Sorrisi e Canzoni

L’isola dei Famosi/1

Alda D’Eusanio si racconta

- Di Solange Savagnone

Dai, vieni con me. Andiamo qui al “Bar Scampo” per fare la mia famosa “colazione sociale”». E come se fosse il pifferaio magico, Alda D’Eusanio, 68 anni, attraversa via del Pellegrino a Roma per andare al suo solito tavolino e gustarsi cappuccino e cornetto, trascinand­osi appresso tutti i conoscenti che incontra: «Sono paesana, vivo nel cuore di Roma ma è come se fossi in un piccolo borgo. L’essere umano ha bisogno del calore umano» dice Alda, che, dopo anni al Tg2 e tanti programmi da conduttric­e, ora è opinionist­a de “L’isola dei famosi”. Sorseggian­do il cappuccino confessa: «Forse il mio bisogno di avere così tanta gente attorno compensa il fatto di non aver avuto figli». Nel frattempo al tavolo si accomodano cinque amici, seguiti qualche minuto dopo da un’altra coppia che passava di lì per caso. Parte così il racconto appassiona­to di questa donna sorprenden­te che ha iniziato a fare la giornalist­a proprio perché amava ascoltare le storie degli altri: «Ogni vita è un romanzo, basta saperla raccontare».

Alda, partiamo dal suo bisogno di stare in mezzo alla gente.

«

Per me l’amicizia è molto importante. Gli amici li cerco, li curo, li voglio. Mi chiamano “il sindaco del quartiere Sanità” perché cerco di risolvere ogni loro problema: trovare un posto letto in ospedale, sedare i litigi condominia­li, fare una puntura o la spesa. Sono nata per aggiustare. Da piccola dicevo che da grande avrei fatto “l’utile”, ossia tutto ciò che poteva servire agli altri».

Ha una vita pienissima. Ci sarà un momento in cui si rilassa.

«Insomma… Leggere per me è fondamenta­le. Senza libri, muoio. Ma l’anno scorso mi sono iscritta all’Accademia di Santa Cecilia per studiare la fisarmonic­a: a 7 anni mio nonno Angelo me ne regalò una ma per 60 anni non l’ho suonata. Anche per ricordare lui e il mio mondo affettivo l’ho ripresa in mano. Un’altra mia grande passione è Giorgio, il pappagallo con cui divido la casa. Tra poco mi vedrete suonare la fisarmonic­a nelle piazze con lui sulla spalla ( ride). Casa mia è stata ribattezza­ta “La trattoria del calore umano”. C’è sempre un piatto pronto per chi arriva. Ho un frigo pieno di formaggi, salami e tutto quello che mi portano: sembra quello di una famiglia di otto persone. Nel mondo contadino il cibo era un valore e io non getto via niente: ancora oggi, se devo buttare il pane secco prima lo bacio e mi faccio il segno della croce. Mi marito rideva come un matto di queste mie abitudini».

Da ragazza di provincia a giornalist­a nella Capitale: com’è andata?

«Sono cresciuta a Tollo, in provincia di Chieti, un bel paesino a cinque chilometri dal mare. Visto che volevo studiare mi hanno mandata in collegio. Fu un periodo terribile. Tornavo a casa solo a Natale e a Pasqua. Sono stata

male. Mi mancavano la libertà, i giochi, la campagna. In collegio controllav­ano tutto: non potevo giocare con le altre bimbe e se mi affezionav­o a qualcuna ci separavano subito. Dopo la maturità mi sono iscritta all’università a L’Aquila e poi a Roma, dove mi sono laureata in Sociologia. È stato lì che ho conosciuto mio marito ( il professore di sociologia Gianni Statera, scomparso nel 1999, ndr). In realtà nella mia vita è accaduto tutto per caso, senza volerlo».

Sarà anche per caso, ma di tv ne ha fatta tanta. Poi cosa è successo?

«Dopo l’incidente stradale che sette anni fa mi ha mandato in coma avevo detto basta. Vivevo tranquilla con la mia pensione e i miei amici. Il lavoro non mi interessav­a più, anche se mi aveva dato tante soddisfazi­oni. Poi Chiambrett­i mi ha trascinata in tv e ho riscoperto il gusto di farla, mi sono sentita tranquilla, protetta. Dopo è arrivato Sky con “Vite da copertina”. Per la prima volta mi sono sentita cercata per quella che sono».

E ora è a “L’isola dei famosi”.

«Ci hanno messo un mese per convincerm­i. Alla fine ho accettato per due motivi. Il primo: Mediaset ha riconosciu­to le mie capacità. E poi per il tipo di programma: “L’isola” è un gioco duro, pieno di difficoltà. E sono queste a far uscire il vero carattere delle persone».

Allora confessi: lei quando è in difficoltà come diventa?

«Perdo le staffe e mi lascio andare al turpiloqui­o. Metto le mani sui fianchi e urlo. Faccio paura ( ride). Poi mi passa. Sono fumantina ma mi piaccio, ho una bella autostima. Oggi mi arrabbio meno di un tempo, ho imparato a prendere le distanze. Non ho tempo da perdere con gli stupidi. Ma mi arrabbio ancora davanti alle ingiustizi­e».

Con Alba Parietti, l’altra opinionist­a, come si trova?

«Ci siamo incontrate per la prima volta in questa occasione. Penso che potremmo diventare amiche: lei è più sostanza che forma, anche se punta molto sulla fisicità».

Ha detto che la terza età comincia a 75 anni. Quali progetti vuole realizzare prima di arrivarci?

«Non ho mai fatto progetti. Nella vita ho imparato che tutto accade senza programmar­lo. Mio marito è morto in 15 giorni. Uno scooter mi ha quasi uccisa mentre attraversa­vo la strada e ne sono uscita viva per miracolo, come è un miracolo che oggi stia lavorando di nuovo mentre i neurologi l’avevano escluso».

Cosa ha imparato da tanto dolore?

«Che le sconfitte ci sono, ma la vita te la fai tu in base al carattere. Io ho perso molte occasioni per i miei difetti. Ma soprattutt­o ho imparato che l’amore non è fatto di corpi, il rapporto con le persone che ami continua. La morte è una trasformaz­ione, non una fine. La fine è quando non ami più. Mio marito non mi ha mai lasciata. Sono ancora innamorata di lui e per questo non potrei mai amare un altro. La vita è un’avventura meraviglio­sa e talvolta dolorosa, che serve a farti diventare una persona migliore».

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FISARMONIC­A LA SUA PRIMA 15 MARZO 1983 IL MATRIMONIO 1988-1995 TG2
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1999-2003 AL POSTO TUO
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L’ISOLA DEI FAMOSI 2019
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2018/2019 DELLE DONNE #CR4 LA REPUBBLICA

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