La compagnia del cigno
Il regista annuncia la seconda stagione ...
Il primo ad arrivare è Robbo. È così che gli oltre 5 milioni di fan de “La compagnia del cigno” lo conoscono, ma in realtà si chiama Ario Nikolaus Sgroi, e ha due occhi grandi che si guardano attorno curiosi. Per la prima volta è in una redazione, quella di Sorrisi, dove tutti insieme stasera vedremo la fiction. Ne approfitta per fare un giro tra le scrivanie dei grafici e dei giornalisti, sbirciando tra le pagine che prendono forma. Poi, uno a uno, arrivano gli altri sei giovani protagonisti della fortunata serie Rai. Hanno trascorso sei mesi sul set, tra loro è nata una vera amicizia e ora si ritrovano. Baci, abbracci, battute, selfie... Sembra una rimpatriata tra compagni di scuola. L’unico che purtrop- po non è presente è l’autore e regista, Ivan Cotroneo, trattenuto a Napoli per un problema di famiglia (a proposito, in bocca al lupo Ivan!). Ma grazie ai social network e alle videochiamate riusciamo a fargli sentire la nostra vicinanza.
«L’idea di una fiction in prima serata che parlasse di musica classica, con cinque giovani esordienti, un po’ mi preoccupava» racconta Cotroneo «ma ci ho creduto, i risultati ci hanno premiato e devo ringraziare Rai Fiction e la casa di produzione Indigo Film». E continua: «Con Monica Rametta ( l’altra autrice, ndr) siamo già al lavoro per scrivere la seconda stagione, che poi sottoporremo alla Rai. Svilupperemo le vicende dei personaggi che abbiamo già conosciuto, che potrebbero
portarli anche fuori Milano, e ne stiamo creando dei nuovi. Ora li attende il mondo del lavoro, le orchestre, nuove sfide. Le aspettative sono alte e noi non vogliamo deluderle».
Il quiz serale con Amadeus sta per cedere il passo alla prima serata. Il direttore Aldo Vitali è in diretta con i nostri ospiti sui social, i fan inviano cuori, “faccine” affettuose, complimenti. Parte la sigla e i ragazzi (che, ricordiamo, sono tutti musicisti del conservatorio tranne Fotinì Peluso, che però ha studiato pianoforte per 11 anni) ne snocciolano le note, nemmeno le stessero leggendo sul pentagramma! È divertente guardarli seduti davanti allo schermo mentre si prendono in giro a vicenda per un accento troppo marcato o uno sguardo un po’ perso, e vederli sullo schermo, protagonisti di storie che commuovono, appassionano, strappano un sorriso. Quando scorrono le immagini del tenero incontro d’amore tra Barbara e Domenico, Fotinì ride, raccontando l’imbarazzo che ha provato quando si è dovuta doppiare.
«Io amo tutta la musica, anche se non so suonare e non ho una cultura classica» dice Cotroneo. «Ho seguito per caso un quartetto d’archi di giovanissimi e da lì è nata l’idea de “La compagnia del cigno”. Mi ha molto colpito la capacità d’ascolto di questi ragazzi, la serietà con cui hanno partecipato al campus fatto prima di aprire il set. Insieme abbiamo lavorato alle scene e cambiato alcuni personaggi per adattarli meglio alle loro caratteristiche. Domenico, per esempio, doveva essere un musicista polacco» conclude il regista.
La puntata finisce, ma non la “gita”. I ragazzi vanno a dormire tutti nello stesso hotel. E speriamo che non si mettano a suonare...