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10 giorni senza mamma

Al cinema si ride con Fabio De Luigi.........

- Di Paolo Fiorelli

Nessun genitore è stato maltrattat­o nella realizzazi­one di questo film». Fabio De Luigi e Valentina Lodovini ci tengono a rassicurar­e gli spettatori che in “10 giorni senza mamma” li vedranno in balìa di tre figli molto ma molto vivaci. Soprattutt­o De Luigi, perché la Lodovini (nel ruolo della mamma) a un certo punto molla tutti e se ne va in vacanza a Cuba. E qui comincia il dramma: riuscirà papà Fabio a cavarsela da solo per un tempo incredibil­mente lungo... addirittur­a 10 giorni?

All’inizio del film fa tutto la mamma e il papà poco, e neppure se ne rende conto. Vi sembra giusto?

Fabio De Luigi: «No, ma realistico. Come attenuante, però, ricordiamo che il mio personaggi­o ha anche un lavoro fuori casa, la moglie no».

Valentina Lodovini: «Per me è inammissib­ile. Se uno ha figli ci deve passare del tempo insieme. Punto. Se no perché li ha fatti? E poi io sono sempre per la parità dei compiti».

Dicono che recitare con un bambino è difficile. Figuriamoc­i con tre...

Valentina: «Invece è stato bellissimo. Tutta la lavorazion­e era impostata sui ritmi di Bianca, la più piccola, che ha due anni. Magari eravamo pronti per girare e lei si addormenta­va... pausa per tutti!».

Fabio: «Più difficile la scena in cui Tito mi fa prendere a mazzate da un suo amichetto. Ma volevano solo giocare a “fare l’agguato”, bisogna capirli...».

Vi siete ispirati a esperienze personali?

Fabio: «Per questo difficile ruolo avevo il curriculum giusto: nella mia vita ho cambiato più di mille pannolini. E sono 11 anni che mi esercito a fare il padre. Altro che metodo dell’Actors Studio».

Valentina: «Non ho figli e non frequento bambini, ma sul set ero diventata una specie di seconda mamma. Giocavamo moltissimo e sono riuscita a far pronunciar­e a Bianca la sua frase più lunga: “È una famiglia tutta matta”. La considero una promozione sul campo!».

A proposito della piccola Bianca, non avevamo mai visto recitare così bene... a due anni!

Fabio: «Il trucco è stato fare tutto in forma di gioco. Le dicevo: “Facciamo che tu parli e io non capisco?”. Il problema è che è già molto autonoma. Nella scena

dell’inseriment­o all’asilo il papà, cioè io, esasperato le chiedeva: “Posso andare via ora?”. E lei doveva rispondere: “No”. Invece diceva sempre: “Sì, certo”».

Fabio, quanto può essere stressante per un uomo rimanere solo a prendersi cura dei bambini? Fabio: «In una classifica ideale degli eventi stressanti penso che questo si piazzerebb­e sul podio, davanti a un trasloco complicato e subito dopo un licenziame­nto in tronco. Poi è chiaro che nel film calchiamo un po’ la mano, ma sul realismo di certe scene posso testimonia­re personalme­nte. Per esempio, la girandola degli accompagna­menti a scuola e ai corsi. I miei figli hanno provato musica e poi calcio, baseball, scherma, ginnastica artistica... praticamen­te manca solo il curling». Ma lei nella vita reale è pasticcion­e come il personaggi­o del film?

Fabio: «Sono tutto il contrario. Modestamen­te, fare il papà è la cosa che mi riesce meglio. E anche se a volte gli impegni del set mi portano lontano, almeno nel weekend devo tornare da Dino e Lola, i miei bambini, a costo di guidare tutta la notte. Così possono vedere questa specie di fantasma che gironzola addormenta­to per casa».

Valentina, da adolescent­e anche lei era “indomabile” come Camilla, la figlia più grande nel film?

Valentina: «Io ero già un’attrice, mi immedesima­vo negli altri e nei loro problemi, compresi i miei genitori. Quindi non li criticavo mai: non sono stata ribelle, quella fase della crescita non l’ho vissuta proprio. Spero che sia normale...».

A proposito di critiche, il film comincia con una frase di Simenon: «Se fai un figlio, ti dai un giudice per tutta la vita». Che ne pensate?

Fabio: «Mi dichiaro innocente. Per ora con Dino e Lola sta andando bene, non ci sono gravi capi di imputazion­e sulla mia testa, ma è anche vero che devono ancora entrare nella fase più delicata, l’adolescenz­a. Spero solo di non dover ripetere quel che mi ha confidato un amico poco tempo fa: “Fino all’altro ieri ero l’eroe di mio figlio. Adesso dice che gli ho rovinato la vita”!».

Valentina: «Spero che ci assolvano almeno i bambini che verranno a vedere il film. Mi è piaciuto molto fare una commedia per tutta la famiglia, di solito mi affibbiano ruoli più drammatici e mi succedono un sacco di disgrazie. Invece qui sono “solo” una mamma che decide di prendersi una vacanza. E, detto tra noi, è la cosa migliore che potesse fare: i bambini hanno bisogno di provare a essere indipenden­ti. E pure i mariti».

 ??  ?? FABIO DE LUIGI (51 ANNI) È Carlo, papà e marito distratto, tutto assorbito dal lavoro. Dovrà prendersi cura da solo dei suoi tre figli per 10 giorni. E rivedere certe sue idee. ANGELICA ELLI (14) È Camilla, la figlia adolescent­e alle prese con i primi problemi di cuore. È ipercritic­a e molto scettica sulla capacità del papà di “gestire l’emergenza”. BIANCA USAI (2) Bianca è la più piccola e non sa parlare: solo sua mamma capisce quel che bofonchia. Grande mattatrice del film, nella realtà è la figlia del produttore Alessandro Usai.
FABIO DE LUIGI (51 ANNI) È Carlo, papà e marito distratto, tutto assorbito dal lavoro. Dovrà prendersi cura da solo dei suoi tre figli per 10 giorni. E rivedere certe sue idee. ANGELICA ELLI (14) È Camilla, la figlia adolescent­e alle prese con i primi problemi di cuore. È ipercritic­a e molto scettica sulla capacità del papà di “gestire l’emergenza”. BIANCA USAI (2) Bianca è la più piccola e non sa parlare: solo sua mamma capisce quel che bofonchia. Grande mattatrice del film, nella realtà è la figlia del produttore Alessandro Usai.
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