“Drive in”, indimenticabile scuola di comici
Dal 1983 al 1988 andò in onda su Italia 1 “Drive in”, un programma che in qualche modo è stato una scuola per comici televisivi. Si deve all’ingegno e all’inventiva di un grande autore televisivo, Antonio Ricci. Proviamo a mettere in fila quanti personaggi sono nati da “Drive in”: Ezio Greggio, Gianfranco D’Angelo, Giorgio Faletti (che non finiremo mai di rimpiangere), Enrico Beruschi, Massimo Boldi, Guido Nicheli, Teo Teocoli, i Trettré, Francesco Salvi, Zuzzurro e Gaspare, Sergio Vastano, Enzo Braschi e tanti altri ancora. Voglio anche ricordare che ogni puntata veniva introdotta e conclusa da un monologo di Gianfranco D’Angelo, che spesso era scritto da Enrico Vaime, un grande autore televisivo. Si parlava di vizi e manie degli italiani. Ma la forza, anche innovativa, di “Drive in” sono stati i “tormentoni”, ovvero il ripetere puntata dopo puntata slogan che caratterizzavano l’intervento di un comico. In quel programma, nacque la parodia di un programma di pettegolezzi, con il termine “Spetteguless”, oppure “Il dottor Vermilione”, uno psicologo, che era la parodia dello psicoanalista Armando Verdiglione. Ripenso alla contessa Marina Dante delle
Povere, che era l’imitazione di Marina Ripa di Meana. C’era poi un altro personaggio molto amato: il cocker Has Fidanken di proprietà del Signor Armando, interpretato sempre da Gianfranco D’Angelo. Ma penso anche a Vito Catozzo, la guardia giurata sovrappeso con il tormentone “mondo cano”, interpretata da Giorgio Faletti che poi ricorderemo come comico, scrittore e autore di canzoni di successo. E proprio a “Drive in” Faletti dimostrò non solo la sua capacità di essere comico, ma di essere comico attraversato da riflessioni serie. Faletti è morto cinque anni fa e di lui si sente ancora la mancanza.
Chissà se tornerà in televisione un altro “Drive in”. Al momento, mi sembra quasi impossibile.