LA NUOVA EREDITÀ
Caro direttore, seguo “L’eredità” da quando a condurla c’era Amadeus. Poi ci sono stati Carlo Conti, il grande Fabrizio Frizzi e ora il simpaticissimo Flavio Insinna. Purtroppo però questa nuova edizione non mi piace, o meglio non mi piace il regolamento delle “vite”. Non mi sembra giusto, per i tanti italiani che vogliono iscriversi al gioco, che ogni sera troviamo i tre del triello e soltanto quattro concorrenti nuovi, mentre fino a maggio ogni sera i concorrenti nuovi erano sei. Per carità, il campione Guido è bravissimo, non sbaglia mai ed è molto colto, ma a parere mio ha un po’ annoiato. Tutte le sere con mio marito e mia figlia non seguiamo più il programma con la stessa attenzione di prima. Si può ritornare al vecchio regolamento?
Adriana, Cosenza
Non ho capito, cara Adriana, il senso di questo cambiamento. Provo a indovinare: c’è carenza
di concorrenti e si riciclano quelli che ci sono già tenendoli di più in trasmissione? Mi sembra strano, “L’eredità” è un gioco accessibile a tutti e le richieste, a quel che mi risulta, sono molte. Si vuole far affezionare la gente ai concorrenti? Mah: la gente si affeziona a chi vuole lei. E allora proprio non so spiegarmi la cosa. Spero, come lei, che si tratti di un esperimento. E lo spera anche il lettore Paolo Napolitano, che mi ha scritto una lettera simile.