Interpreta un pubblico ministero nella fiction “Il processo” ......
«Il pubblico ministero deve essere anche un po’ attore, affascinare con le sue arringhe. Del resto nella mia famiglia sono avvocati da tre generazioni, ho la legge nel sangue!»
Una fregatura. Intervistare Vittoria Puccini alle 11 di mattina nella cucina di casa sua è una fregatura. Perché certo, a quell’ora ci sta bene un caffè, che lei cordialmente mi offre. Ma se ci fossimo incontrate un po’ più tardi, a pranzo, magari ci sarebbe stata la possibilità di assaggiare le sue famose seppioline in umido con crema di piselli e zenzero. O la sua pasta con tonno, vellutata di melanzane e menta. Già. Perché Vittoria Puccini è una chef appassionata. Oltre che la protagonista di “Il processo”, la nuova serie legal thriller di Canale 5, quattro puntate dirette da Stefano Lodovichi. «Dai, la prossima intervista la organizziamo a “ore pasti”» ride Vittoria. E allora cominciamo a chiacchierare davanti a un caffè. Comunque molto buono...
Vittoria, sei il pubblico ministero
Elena Guerra. È la prima volta che interpreti una donna di legge?
«Sì. Elena è una donna dura, che crede nella giustizia e nel lavoro. E per il lavoro ha sacrificato la sua vita privata. La serie inizia col suo matrimonio in crisi, il marito le dà un aut aut: o ti prendi una pausa per passare del tempo insieme a ricucire il nostro rapporto, oppure ti lascio. Lei accetta, perché ama suo marito e non vuole perderlo, ma inaspettatamente le viene assegnato il caso di una ragazza uccisa e non riesce a non occuparsene. Anche perché scopre di essere intimamente legata alla giovane vittima».
Come ti sei preparata?
«Sono stata in tribunale, ho visto come funziona tecnicamente un processo, poi ho parlato con alcune donne pm dell’Antimafia. Quello del pubblico ministero è un lavoro molto interessante che ne racchiude tanti. Al di là della conoscenza della legge, il pm deve avere un istinto nell’indagare e nel raccogliere le prove. Negli interrogatori deve essere anche un po’ psicologo per capire se una persona sta mentendo e per decidere se per tirarle fuori informazioni serve più durezza o più dolcezza. E poi il pm deve essere un attore, perché in aula deve conquistare, affascinare attraverso le arringhe i giudici e la giuria popolare».
Il mondo del diritto ce l’hai in casa da sempre.
«Sì, papà è avvocato e professore di Diritto pubblico, mio nonno era avvocato, il padre di mio nonno pure. La legge e la ricerca della verità le ho sempre respirate. E mi sono sempre piaciute, al punto che dopo le superiori mi sono iscritta a Giurisprudenza, avevo cominciato a frequentare qualche lezione di Diritto romano, poi ho iniziato a lavorare e non ho proseguito. Ma non mi perdo una puntata di “Un giorno in pretura”… (ride)».
Quindi se non avessi fatto l’attrice ora saresti un avvocato?
«In realtà mi sarebbe piaciuta la
carriera universitaria, diventare docente di Filosofia del diritto, perché anche la filosofia è una materia che mi piace moltissimo. E trovo che l’insegnamento sia una professione molto importante».
Tra pochi giorni è il tuo compleanno. Come lo festeggerai?
«Ho smesso di festeggiare i compleanni da quando avevo 18 anni. Non mi sono mai piaciuti. Una volta le mie amiche mi hanno organizzato una festa a sorpresa e gliel’ho rovinata! Ma mi conoscono e quindi mi perdonano. L’amicizia serve anche a questo: perdonare i difetti e i limiti delle persone».
Come mai non ti piace?
«Forse perché nella mia vita privata non amo essere al centro dell’attenzione, sono tanto esposta in quella professionale… In realtà anche da bambina ero così: non mi sono mai divertita ai miei compleanni. Fino all’adolescenza sono stata fragile, insicura, timida. A questo proposito qualche giorno fa mi è capitato di rivedere un filmino che mi ha divertito moltissimo».
Quale filmino?
«La mia è una famiglia numerosa e unita: siamo 11 cugini di primo grado e ci siamo frequentati spesso. Mio nonno era sovrintendente ai Beni culturali e ogni tanto per riunirci tutti organizzava delle gite culturali in luoghi artistici importanti. Ricordo che una volta eravamo nel magnifico Santuario di
La Verna (in provincia di Arezzo, ndr), io avrò avuto circa 11 anni. Mia cugina La Pina (Orsola Branzi, conduttrice di Radio Deejay, ndr) faceva dei filmini e ci riprendeva mentre noi facevamo finta di rilasciare