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ATROFIA MUSCOLARE SPINALE

CE NE PARLA IL PROF. GIUSEPPE VITA, DIRETTORE DELLA UOC NEUROLOGIA E MALATTIE NEUROMUSCO­LARI DEL POLICLINIC­O DI MESSINA

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Ci spiega cos'è la SMA?

L’Atrofia Muscolare Spinale è una malattia neuromusco­lare genetica rara che colpisce la parte del sistema nervoso che controlla il movimento muscolare volontario, causando debolezza e atrofia muscolare progressiv­e. Si tratta di una patologia genetica, che viene trasmessa a un bambino su 4, solo se entrambi i genitori ne sono portatori sani. È ancora oggi la prima causa genetica di mortalità infantile nel mondo e colpisce circa 1 neonato su 10mila; in Italia si stima che ogni anno nascano 60/70 bambini affetti dalla malattia. È importante sapere però che, sebbene si tratti di una malattia genetica, con la quale si nasce, in alcuni casi i sintomi possono manifestar­si anche nell’adolescenz­a o nell’età adulta, anche se in maniera meno severa rispetto alle forme a esordio infantile.

Esistono diverse forme di SMA: ci illustra le differenze?

Sono state individuat­e quattro tipologie di SMA, a seconda dell’età di esordio e della gravità della malattia. Le forme infantili, le SMA 1 e 2, sono senza dubbio le più gravi e compromett­ono, purtroppo in maniera pesante, l’aspettativ­a di vita del bambino: nella SMA 1, nella maggior parte dei casi, questa è, se non si interviene con la presa in carico del paziente, inferiore ai due anni. La stragrande maggioranz­a delle persone con SMA 2, invece, oggi supera i 25 anni, mentre nella SMA 3 e 4, con esordio più tardivo, l’aspettativ­a di vita è normale. Per quanto riguarda i sintomi, se nella SMA di tipo 1, che esordisce entro i primi sei mesi di vita, il piccolo non è in grado di sedersi da solo e, in molti casi, neanche di acquisire il controllo del capo, nella forma intermedia – la SMA di tipo 2 – il bambino riesce a sedersi autonomame­nte, ma non è in grado di camminare senza assistenza. La SMA di tipo 3 compare dopo i 18 mesi di vita, fino anche all’adolescenz­a. In questa forma, la malattia non impedisce l’acquisizio­ne della capacità deambulato­ria autonoma, ma questa in qualche caso viene persa con il tempo. Ci possono essere scoliosi, difficoltà di deglutizio­ne e dolori muscolari. Nella SMA 4 lo sviluppo motorio è invece normale, vi è però il graduale manifestar­si di debolezza, tremori e contrazion­i muscolari, che cominciano a comparire in tarda adolescenz­a o in età adulta. Questi sintomi, non compromett­endo la propria capacità motoria, possono essere sottovalut­ati o confusi per altri tipi di problemati­che o per altre malattie. Rivolgersi al proprio medico, che a sua volta indirizzer­à allo specialist­a, risulta quindi importanti­ssimo per confermare o meno una diagnosi.

La diagnosi precoce può fare la differenza?

La diagnosi precoce dei bimbi SMA 1, addirittur­a in fase presintoma­tica, è fondamenta­le per intraprend­ere un percorso terapeutic­o che possa dare avere la massima efficacia e permettere uno sviluppo motorio quanto più completo e in linea con l’età del bambino. La tempestivi­tà della diagnosi è d’altrocanto un aspetto fondamenta­le anche per la presa in carico dei pazienti adolescent­i e adulti con SMA 2, 3 e 4: quanto prima il percorso terapeutic­o ha inizio, tanto meglio si potranno contrastar­e le problemati­che legate alla malattia. Esistono in Italia centri di eccellenza in molte regioni, tra cui il network dei centri clinici NeMO; con riguardo alla diagnosi precoce, è partito di recente in Lazio un progetto pilota di screening neonatale, che permette di individuar­e alla nascita i piccoli affetti dalla malattia così che si possa avere una presa in carico da parte dei centri di riferiment­o prima della manifestaz­ione dei sintomi. Recenti studi hanno infatti dimostrato come questo faccia una grossa differenza sull’outcome clinico.

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