L’Italia che si sfidava a Chissà chi lo sa?
Mi fa piacere ricordare oggi “Chissà chi lo sa?”, andato in onda sulla Rai dal 1961 al ‘62 e poi dal ‘66 al 1972. Non era ancora Raiuno, ma si chiamava Programma Nazionale e “Chissà chi lo sa?” era un gioco per ragazzi, ideato, scritto e diretto da Cino Tortorella (il grande Mago Zurlì) e condotto da Febo Conti. Andava in onda il sabato pomeriggio dalle 17.45, da Milano, dagli studi di Corso Sempione: due squadre, composte da ragazzi di altrettante scuole medie d’Italia, si sfidavano nel rispondere alle domande di Conti. In palio c’era un’enciclopedia che ovviamente andava alla scuola. Mi fa piacere ricordare che alla regia, oltre a Tortorella, si alternarono Beppe Recchia, Maria Maddalena Yon, Eugenio
Giacobino e Francesco Dama (di quest’ultimo ho un ricordo personale: fu regista di un mio programma, “Alle sette della sera”, dove debuttò come conduttore Christian De Sica). Chi era molto giovane tra il ‘61 e il ‘72 ricorderà che quando entravano le squadre, Febo Conti le annunciava con un: «Squillino le trombe, entrino le squadre». Voglio ricordare che tra gli ospiti di “Chissà chi lo sa?” ci furono
Fabrizio De André, che lì presentò “La canzone di Marinella”, Paolo Villaggio e Gino Bramieri, solo per citarne alcuni. Dopo la prima stagione, il programma lasciò Milano, si trasferì a Napoli e le puntate furono condotte da un attore di prosa, Achille Millo. Dopo quattro anni di sospensione, il programma riprese nel gennaio del ‘66 e proseguì fino al giugno del 1972. Ricordo la capacità di Febo Conti, che era anche attore e conduttore radiofonico, di mettere in scena i giochi, di far partecipare chi voleva e di essere, però, sempre in grado di mantenere tutto sotto controllo. Forse è solo una mia idea ma sono certo che un tipo di “conduzione” come quella che c’era negli Anni 60 e 70, oggi non c’è. Non dico che sia un bene o un male, ma semplicemente che non c’è più.