Enrico, nome del secolo scorso (o quasi)
Enrico è un nome molto popolare, che ci è familiare per i tanti personaggi
della politica, della scienza, dello spettacolo che lo portano (o lo hanno portato): Fermi, De Nicola, Mattei, Berlinguer, Montesano, Brignano, Ruggeri, Papi, Mentana...
È di origine germanica, equivalente ad Arrigo e alla riduzione di Amerigo, a sua volta composto da due elementi: “haima” che vuol dire “casa, patria” e “rikja” che significa “potente, dominatore”, dunque: “potente nella sua patria”. Un nome quasi profetico: nel Medioevo e nella prima Età moderna è appartenuto a imperatori germanici, re inglesi, francesi (Capetingi, Valois, Borbone) e spagnoli. In Italia nel secolo scorso sono stati circa 200 mila gli Enrico, e 54 mila le Enrica, con primato in Lombardia per entrambi. E nel XXI? Ha proseguito il declino avviato negli Anni 80 e dai 1.450 nuovi nati dell’anno 2000 è sceso a meno di 500 nel 2018 (è pur sempre un valore significativo). Un paio di curiosità. La prima: il santo più famoso con questo nome fu anche lui un imperatore germanico, Enrico II, che visse in castità con la moglie Santa Cunegonda. La seconda: il corrispondente tedesco di Enrico, cioè Heinrich, ha quale forma vezzeggiativa e accorciata Heinz, tradotta in italiano come Enzo: che dunque, dal punto di vista etimologico, non è il diminutivo di Vincenzo o Lorenzo, bensì vale come Enrichetto.