Renzo Arbore
Apre la scatola dei ricordi per
Su Raidue con il suo nuovo “Striminzitic show” ...............
F «inalmente tornerò a fare il glorioso varietà quotidiano. È da 30 anni, dai tempi di “Indietro tutta!”, che non si vedono più. Lunedì 8 giugno esordiamo in prima serata su Raidue e poi andremo in onda tutti i giorni per altre 20 puntate, dal lunedì al venerdì in seconda serata».
Arbore, ma perché questo nome così strano, “Striminzitic show”?
«E dico, provateci voi a fare un grande varietà in piena quarantena! A “Indietro tutta!” eravamo 50 persone in uno studio enorme. Qui siamo in cinque a casa mia: io, Gegè, il regista, un operatore e un fonico. Chiaro che ne uscirà un bellissimo show, ma un po’... “striminzitic”».
Come è nato il programma?
«Dall’isolamento per il virus. Questa primavera dovevo tenere sette concerti: annullati. Non mi sono depresso, però.
Io ho visto i bombardamenti in guerra, ero uno sfollato senza luce, acqua e cibo. Figurarsi se mi spaventa starmene tranquillo a casa mia. Chiuso nell’appartamento di Roma, ho deciso di rimettere finalmente mano al mio archivio personale. Filmati Rai, ma non solo: io giro sempre con le telecamere, ho ripreso anche buona parte dei 1.500 concerti fatti in tutto il mondo con l’Orchestra italiana... Altri filmati arrivano dal mio sito Renzo Arbore Channel, che raccoglie 100 mila contatti al giorno. Ne sono uscite tante chicche, anche inedite, che presenterò con la guida del regista Gianluca Nannini e il mio fido Gegè Telesforo».
Cos’è, un’autobiografia per immagini?
«No, il protagonista non sono io ma gli incontri con tanti talenti straordinari. Avrete modo di rivedere Nino Frassica, Roberto Benigni, Simona Marchini, Roberto D’Agostino e tanti, tanti altri».
Già, lei ha lanciato così tanti personaggi da perdere il conto. Si può sapere come li scova?
«Il segreto è chiedersi: ci fa o ci è? Perché per funzionare davvero ci vuole un fascino innato che non si può proprio insegnare. Tutto il resto si impara».
Ci fa qualche esempio?
«Roberto D’Agostino si è inventato tutti i suoi mestieri. Una volta eravamo in un ristorante con vetrina, e lui guardando fuori si mette a descrivere gli abiti della gente. Era nato il “lookologo” (a proposito, per lui io sono “un clarinettista newyorkese degli Anni 40”). Milly Carlucci era una pattinatrice che parlava inglese come un’americana: e dove la trovi un’altra così? Francesco Paolantoni era un furetto paffuto e io l’ho messo a fare Cupido
STRIMINZITIC SHOW
RAIDUE
lunedì 8
ore 21.20
e dal 9 giugno da lunedì a venerdì
seconda serata
Mi sa che ci sarà da divertirsi... «Certo. Ma anche da ballare, perché con Gegè rispolvereremo i grandi ospiti musicali di “D.O.C.”
Del resto io sono consapevole che il pubblico, in questo momento di grande difficoltà e preoccupazione, da me si aspetta principalmente due cose: sorrisi e canzoni». E noi lo sappiamo bene! ■ 1985 1987
1987
FILIPPO MAGNINI (38) HA RIMANDATO LE NOZZE CON GIORGIA PALMAS PER LA PANDEMIA. QUI È IN VIAGGIO CON LA MASCHERINA
«Tra persone sane, nella vita di tutti i giorni, quelle chirurgiche vanno benissimo. Ricordiamoci però che
ANDREA BOCELLI (61) HA CONTRATTO IL CORONAVIRUS SENZA SINTOMI
E HA DONATO IL SUO PLASMA PER LA RICERCA
Ministero della Salute e Istat hanno avviato un’indagine su un campione di 150 mila persone in 2.000 Comuni per capire quante persone nel nostro Paese abbiano sviluppato gli anticorpi al Coronavirus. Ma pochi tra gli interpellati (che ricevono una telefonata dal numero della Croce rossa 06.55.10) stanno accettando di sottoporsi al test sierologico. Altri, al contrario, vorrebbero farlo a pagamento nei laboratori privati.
«Chi viene chiamato dalla Croce rossa, è importante che aderisca» dice Roberta Villa. «L’indagine è utilissima ai fini epidemiologici per capire come si è comportato il virus nel nostro Paese».
«Essenzialmente due gruppi: quelli rapidi, fatti solo con una goccia di sangue, e quelli “quantitativi”, eseguiti attraverso un prelievo in laboratorio».
«Quelli rapidi lo sono pochissimo, e anche quelli quantitativi hanno limiti di attendibilità. Eseguiti dai singoli, hanno un margine di errore che non viene corretto dal grande campione (come per l’indagine del Ministero). Fare il test di propria iniziativa quindi è sconsigliabile».
«I test sierologici dicono se un soggetto è positivo per anticorpi IgM o IgG. I primi si formano nelle prime fasi dell’infezione. Chi ha IgM positive ha un’alta probabilità di essere ancora contagioso e deve fare il tampone. Le IgG indicano che l’infezione dovrebbe essere superata. Ma si riscontrano persone con IgG positive che risultano ancora infette alla prova del tampone».
«Facciamolo pure. Basta sapere che il verdetto non è definitivo: non sappiamo ancora quanto tempo duri l’immunità».