TV Sorrisi e Canzoni

Che c’entra Maria?

- di Aldo Vitali av@mondadori.it

Appena arriva il nuovo articolo del professor Caffarelli sui nomi (questa settimana è a pagina 46), mi fiondo a leggerlo. La questione mi affascina e mi piace capire i misteri dietro alle scelte dei genitori. Io di misteri non ne ho: i miei (fantasia zero!) mi hanno chiamato Aldo Ugo Maria (senza virgole in mezzo, così sui documenti devo firmare sempre con tutti e tre), dandomi i nomi del nonno paterno (Aldo) e di quello materno (Ugo), aggiungend­oci per complicarm­i la vita un bel Maria. In casa c’era una bis-zia decrepita che si chiamava così e da bambino pensavo che puntassero alla sua eredità. Poi ho scoperto che era povera in canna, quindi quella scelta dev’essere stata un omaggio alla Madonna. Boh. Col tempo però ho imparato ad apprezzare i miei tre nomi. Qualche giorno fa mia figlia ha annunciato di essere in attesa del secondogen­ito ma di non voler dire se è un maschio o una femmina. Io non ho fatto una piega e le ho detto: «Ho nomi di entrambi i generi, scegli quello che ti piace di più tra i miei tre». Perché dopo aver chiamato il primo Lorenzo (come nessuno in famiglia, nemmeno un lontano zio ricco), è ora che si renda omaggio al nonno. Che lei e suo marito decidano liberament­e se il mio nuovo nipotino sarà un Aldo, un Ugo o una Maria. Per me fa lo stesso. Visto che non si chiamerà Vitali perché il cognome lo prende dal padre, potrò almeno scegliere il nome, no?

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