DUE PESI E DUE PALLONI
Buongiorno direttore, ho letto che hanno multato di 400 euro dei ragazzini perché giocavano a calcetto, uno sport non in regola con le norme di distanziamento sociale. Perché invece i calciatori possono farlo? Cos’hanno più di noi per poter essere esentati dalle multe? O semplicemente l’Italia non può permettersi di rinunciare ulteriormente al giro d’affari che porta il calcio?
Max
Sono un appassionato di calcio, ma che dico appassionato, proprio un... malato. Ma un po’ il Covid, e un po’ il fatto che si giocherà (giustamente) senza pubblico, hanno raffreddato i bollori calcistici di uno come me che va sempre allo stadio. Sono curioso di vedere se mi basterà guardare le partite in tv per ritrovare la passione di un tempo. Se fosse dipeso da me avrei chiuso la stagione in corso così com’era e sarei ripartito da settembre (ammesso che il
contagio sia finito) con un campionato tutto nuovo. Ma ci sono troppi soldi in ballo e credo che la scelta sia stata dettata da quello. I giocatori professionisti saranno, dicono, sottoposti a controlli severi proprio per permettere loro di giocare in sicurezza (anche se molti avrebbero preferito non giocare del tutto). I ragazzini che giocavano al calcio sono stati multati perché ci sono regole da seguire per evitare a loro e agli altri di venire contagiati. Secondo me è stato giusto fermarli. Un po’ esagerato invece è stato multarli al primo colpo: bastava avvertirli che se lo avessero rifatto allora sì, sarebbe scattata la stangata di 400 euro. Ora comunque non dovrebbe più succedere perché il governo ha deciso di riaprire i campi di calcetto dal 25 giugno (salvo ripensamenti).