Che emozione sentire
Svela a Sorrisi l’arrivo di altre due stagioni
Capelli corti (tagliati dalla moglie, l’attrice Francesca Neri) e barba brizzolata, Claudio Amendola è uscito dalla quarantena simile al suo personaggio, l’ispettore Carlo Guerrieri, in queste settimane ricomparso (in replica) su Raiuno nella prima stagione della serie “Nero a metà”.
«Ultimamente la barba mi piace, mi copre, mi protegge». Amendola è a casa, a Roma, comodo e tranquillo. Nessuna ansia di buttarsi nella mischia delle fasi due, tre e oltre.
Claudio, non si è precipitato in giro da quando si sono aperti i confini delle regioni?
«Io mi considero ancora in isolamento. Non mi fido. Esco, faccio le cose che devo fare, ma con molta attenzione. Non voglio contribuire a questo tripudio di incontri».
Con che spirito affronta questa semi-libertà?
«Gioco a golf, vado al ristorante, scrivo. Ma resto molto a casa. Il virus esiste, non diciamo stupidaggini. I tempi, forse, non erano maturi per una riapertura totale, ma capisco che l’economia e il Paese ne avessero bisogno».
E chi sta a casa vede le repliche di “Nero a metà”.
«Il pubblico sta rispondendo bene. I numeri, per una replica, sono buoni». Questo ispettore televisivo le sta a pennello. «Sapendo che ero io l’attore scelto per la serie, l’hanno ideato pensando a me e io l’ho fatto come pensavo dovesse essere. L’ho reso normale, accessibile, riconoscibile. Alla fine i personaggi
IN QUESTI GIORNI È COSÌ! che interpretiamo sono persone normali». Per gli amanti dell’abbuffata di serie tv su Netflix c’erano subito tutti e 12 gli episodi.
Lei fa abbuffate di serie tv?
«Ho fatto dei tour de force. Ora mi sono stancato, non riesco a vedere più di tre puntate di seguito. Sono anche un po’ stufo del
è Cinzia), e