TV Sorrisi e Canzoni

La voce di papà in tv

Di Nero a metà e racconta cosa (non) ha fatto durante l’isolamento

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le serie, non si parla d’altro… Sono tornato ai documentar­i naturalist­ici e storici».

In questi mesi ha avuto qualche teledipend­enza?

«L’appuntamen­to con la Protezione Civile delle 18 che non potevo saltare. Poi ho capito che i numeri lasciavano il tempo che trovavano. All’inizio con Francesca abbiamo visto le sette stagioni della serie “Ray Donovan”. Ma io ero già dipendente dalla tv. Ne vedo tantissima».

I palinsesti sono infarciti con le repliche dei suoi film e delle sue fiction.

«La cosa che mi ha fatto più piacere sono state le repliche su Rete 4 di “Tutti per Bruno”, una serie che mi ha divertito molto, ma che purtroppo non è stata portata avanti. Comunque tante repliche sono un segno che qualcosa ho fatto!».

Lei è uno che si rivede?

«Dipende. A volte faccio fatica, a volte sono curioso. Non ho rivisto proprio tutto».

Cosa non ha rivisto?

«Non è carino dirlo...».

Che cosa, allora, ha rivisto volentieri?

«In questi mesi, in varie trasmissio­ni, ho rivisto le immagini di mio papà in sceneggiat­i degli Anni 80 e 90. Ogni volta è un misto di felicità, tristezza e malinconia. Rivedere papà mi fa sempre effetto».

Suo papà, Ferruccio Amendola, avrebbe compiuto 90 anni a luglio.

«Uno si abitua ai lutti, ma ci sono tante cose che mi sarebbe piaciuto vedesse, o altre da poter condivider­e con lui. Aver avuto un papà attore fa sì che posso rivederlo spesso e come doppiatore posso risentirlo. Un suo film lo becchi sempre».

Intanto la messa in onda della seconda stagione di “Nero a metà” è stata rinviata all’autunno.

«C’erano tante

NERO A METÀ

RAIUNO mercoledì ore 21.25 fiction e, da marzo, il “lockdown” ha cambiato i piani della Rai. Va benissimo. Nelle nuove puntate, posso anticipare, ci saranno nodi incredibil­i nella storia».

Per districarl­i servirà una terza stagione?

«Penso proprio di sì. A gennaio 2021 dovremmo cominciare a girarla, non so se con le mascherine o se si tornerà alla normalità. Se il mondo va in quella direzione probabilme­nte anche le fiction e i film si dovranno adeguare».

È stato firmato un protocollo di regole per i lavoratori dello spettacolo.

«Sì, ed è molto complicato. Costi e tempi raddoppian­o. L’industria del cinema ha risorse limitate, una produzione ora deve sostenere i

costi della sanificazi­one e dei controlli, servono un paio di ore prima di iniziare le riprese. Probabilme­nte ci sarà un taglio sui compensi e va fatto tutti insieme».

Ora i suoi progetti in che direzione vanno?

«C’è un film che, se parte, mi vedrà coinvolto: il seguito di “Come un gatto in tangenzial­e”. Se no, sto sereno. Non ho l’ansia. Ho scritto due o tre cosette da coltivare».

Con la Serie A che riparte sostituirà la bandiera dell’Italia sul balcone con quella della Roma?

«Sono contento per il campionato, ma in questo tempo era superfluo e non mi è mancato. Oddio, se la Roma stesse per vincere lo scudetto, magari direi un’altra cosa!». ■

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