LINO BANFI «Altro che avaro!»
«L’ho conosciuto nel 1971 sul set di “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanni Loy, dove facevo il direttore del carcere. Un giorno, in una pausa tra una scena e l’altra, Sordi mi si avvicina e fa: “Mi dicono che sei bravo”. Finì tutto lì. L’ho rivisto molti anni dopo a Giffoni, quando avevo già fatto quattro o cinque stagioni di “Un medico in famiglia” nei panni di nonno Libero. Alberto viene da me e mi chiede: “Quando ricominci a fa’ il nonnetto?”. Io gli ho risposto: “Nonnetto a me? Ma se hai 15 anni più di me!”. E lui: “Sì, ma il nonnetto lo fai te!”. In quell’occasione ho avuto anche modo di verificare quanto fosse infondata la voce sulla sua presunta avarizia. Al momento di lasciare l’albergo entrambi lasciammo una mancia: io 5 mila lire, lui 20 mila». miei confronti. Le sue partecipazioni televisive sono state quasi tutte nei miei programmi, da “Domenica in” a “Serata d’onore”, e non ha mai chiesto un centesimo! A proposito di “Serata d’onore” ho un ricordo incredibile. Andavamo in onda da Montecatini e fu un successo straordinario. La mattina dopo, alle 7, il portiere dell’albergo mi chiamò e mi disse: “Il commendator Sordi la sta aspettando nella hall”. Io mi meravigliai, avevamo finito poche ore prima… Scesi subito e chiesi ad Alberto cosa fosse successo. Lui mi chiese: “Dimmi la verità: gli applausi di ieri sera erano veri o si trattava di un pubblico di figuranti pagati?”. Io gli dissi: “Altro che pagato, quello era pubblico pagante!”. E lui: “Allora fammi stare un altro giorno qui a Montecatini. Voglio gustarmi questo successo”».